Birra artigianale: più di 30 birrifici con un fatturato maggiore di 10 milioni di euro. Attività in cui hanno deciso di scommettere tanti imprenditori sardi.
Da alcuni anni la produzione di birra artigianale in Sardegna è in continua
crescita: nel 2012 si contavano 13 birrifici, oggi sono oltre 30 con un incremento del 130% ed un fatturato di oltre 10 milioni di euro. Nell’Isola si registra un consumo altissimo di birra, pari addirittura al doppio di quello nazionale Anche la politica regionale ha deciso di occuparsene e la Commissione Attività produttive del Consiglio regionale ha iniziato l’esame di due diverse proposte di legge presentate dai Riformatori e dal Partito democratico, che hanno avuto l’unanime apprezzamento delle associazioni di categoria: «Va bene la valorizzazione della birra artigianale purché non introduca nuovi obblighi e nuovi costi a carico delle aziende – ha detto Maria Antonietta Dessì della Cna – Si deve tener conto che in
Sardegna la birra viene prodotta quasi interamente con materie prime importate e non penalizzare i
produttori, lavorando a lungo termine sulla filiera. Il settore mostra grande vivacità e per questo va
sostenuto stando attenti a non introdurre nuovi vincoli e costi per le aziende». Per Giovanni Sio di
Confagricoltura: «La produzione di birra artigianale è in grande espansione e per questo merita una
regolamentazione che garantisca trasparenza del mercato e tutela dei consumatori in modo da
scongiurare il rischio di un aumento incontrollato dei produttori e dei prezzi per i birrifici agricoli
apprezziamo la decisione di puntare sulla territorialità delle produzioni, concetto che incentiva la
costruzione di processi di filiera». «Prevedere norme troppo rigide per la costituzione di un marchio di
qualità potrebbe essere un boomerang – ha evidenziato il segretario regionale di Confartigianato, Stefano
Mameli – l’incentivazione della produzioni nostrane è una buona idea, ma nel frattempo deve essere
tutelato l’esistente se si vuole sostenere il comparto». Per Salvatore Carvonedi Casartigiani, «il settore
rappresenta una grande opportunità per i giovani imprenditori ed è importante non appesantire la legge.
Serve una norma snella e immediatamente attuabile». Soddisfatta anche l’Associazione dei Birrai, ne
fanno parte più della metà dei birrifici sardi, che ha auspicato una rapida approvazione del provvedimento, chiedendo più attenzione su alcuni aspetti: abbattimento dell’accise sulle bevande alcoliche, come in Valle d’Aosta (attualmente in Sardegna il costo è di 0,35 centesimi di euro a litro), e meno ostacoli per l’occupazione degli spazi commerciali nelle manifestazioni pubbliche. Per quanto riguarda la materia prima, «alcuni di noi stanno già acquistando solo cereali sardi – hanno spiegato Gabriele Corraine e Giovanni Fele, titolari di due piccole aziende a Nuoro e Oliena – l’orzo prodotto nella nostra Isola è di qualità eccelsa. La Sardegna potrebbe diventare il primo produttore di orzo da birra a livello nazionale con grande beneficio per gli agricoltori». Uno degli ostacoli maggiori per i produttori è rappresentato dalla quasi totale assenza di maltifici in Sardegna, se si eccettua un piccolo impianto sorto a Irgoli all’interno di un’azienda agricola: «Si tratta di un progetto finanziato con la misura 4.2 del Piano di sviluppo rurale – ha detto il direttrice regionale di Laore, Maria Ibba – che ha permesso all’azienda agricola di chiudere la filiera.
La birra prodotta a Irgoli è interamente sarda». Sulla produzione di birra artigianale si concentra da
tempo anche l’attività della società “Porto Conte Ricerche”: dalla coltivazione del luppolo alla formazione di 28 maestri birrai, passando per l’incentivazione di alcuni prodotti tipici da destinare ai birrifici, orzo maltato, grano, avena e farro. «La qualità della birra non dipende dalla bontà del prodotto, quello è un giudizio soggettivo – ha sottolineato Luca Pretti, ricercatore ed esperto del settore – Va misurata invece su altri parametri come il grado di fermentazione. La produzione di birra ha diversi stili e processi produttivi, prevedere un disciplinare di produzione sarà un compito arduo».