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L’uomo che comprò la Luna: intervista a Jacopo Cullin e Paolo Zucca

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L'uomo che comprò la Luna: intervista a Jacopo Cullin e Paolo Zucca
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“L’uomo che comprò la Luna” commedia sulla sardità con Jacopo Cullin e Benito Urgu

“L’uomo che comprò la luna”, è l’ultima fatica del regista oristanese Paolo Zucca che vede proatgonista Jacopo Cullin insieme a Benito Urgu, Stefano Fresi, Francesco Pannofino. Nel cast anche il serbo Lazar Ristovski e la spagnola Angela Molina. La pellicola è distribuita da Indigo Film.

Due agenti segreti arruolano il soldato speciale Kevin Pirelli (Jacopo Cullin) per assegnarli il delicatissimo compito di andare in Sardegna a scoprire l’identità di colui che è entrato in possesso della Luna. Una scelta non casuale quella di Pirelli. La sua vera identità è quella di Gavino Zoccheddu, un sardo doc che però rifiuta le sue origini fino a scordare. Kevin infatti è biondo platino e ha l’accento e i modi della milano per bene. Sarà di Badore (Benito Urgu) il compito rinfrescargli la memoria e fargli da formatore culturale.

Perchè vedere la pellicola?

“Dissacrante, evocativo e poetico”. Paolo Zucca conferma che è con queste tre parole che è possibile descrivere “L’uomo che comprò la Luna”. Tuttavia non sarebbe giusto perché c’è molto di più da dire. L’uomo che comprò la Luna (che poi non è proprio così, e il perché è da scoprire in sala) è un film ricco. Ricco di generi e di sottogeneri. La commedia innanzitutto. Commedia per tutti, commedia romantica, commedia dissacrante, c’è la comica, c’è il grottesco, c’è l’azione, c’è addirittura il western con tanto di duello (al biliardino, una scena che ho talmente tanto apprezzato che avrei voluto girare io stesso) e la lotta (a colpi di murra alla sarda, che non hanno nulla da invidiare alle gesta marziali di Bruce Lee).

In tutto ciò è spalmata la sardità, pregi e difetti, con autoironia e affetto. Paolo Zucca e le cosceneggiatrici (Geppi Cucciari e Barbara Alberti) hanno voluto fare anche una forte virata orientando la pellicola verso la poesia e un senso evocativo che fanno dell’intero film un inno alla Sardegna e ai valori condivisibili da ciascuno di noi, sardi e non solo. Jacopo Cullin e Benito Urgu al massimo splendore offrono al pubblico il loro meglio lasciando decisamente il segno.

Da vedere.

Ascolta l’intevsita


About Salvatore Uccheddu

Classe 1989. Appassionato cinefilo a 360°, degustatore di birre e di pizze. Amante dei bei film, ma anche di quelli brutti, davvero brutti. Si è cimentato come regista in lavori discutibile fattura. Irriducibile cacciatore di interviste agli addetti ai lavori della settima arte.

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