Andrea ci racconta cosa significa, per lui, essere dislessico. “La fortuna di essere dislessici sta anche nel fatto di essere parecchio creativi”.
La dislessia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) insieme alla disgrafia, alla disortografia e alla discalculia. Il significato di dislessia si coglie dalle linee guida nate dalla Legge 170/10 che tutela gli studenti con DSA: la dislessia è descritta così come si manifesta e corrisponde a “una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta”. Il bambino o in generale lo studente con dislessia legge con più lentezza e difficoltà rispetto alla norma dei bambini di pari età e scolarità: a seconda dell’incidenza del disturbo, si possono notare difficoltà di lettura delle lettere, delle parole o non-parole (parole inesistenti nella nostra lingua, senza alcun significato) e di brani interi.
Spiegare il significato di dislessia significa anche chiarire che, come per tutti i Disturbi Specifici dell’apprendimento, questo disturbo dell’apprendimento non deriva da un deficit cognitivo o da altre cause come traumi o blocchi emotivi, ma è una condizione neurobiologica: il bambino dislessico ha intelligenza e capacità cognitive nella norma e la dislessia riguarda solo il processo di apprendimento legato alla lettura.
Saper riconoscere i segnali della dislessia è fondamentale.
Questo per avviare quanto prima un percorso di “abilitazione” che attenui e compensi il disturbo e che coinvolga tutte le figure che possono osservare e interagire con il bambino nella sua quotidianità: tutti gli educatori, dalle maestre della scuola dell’infanzia e della scuola dell’obbligo, e i genitori e familiari.
Compito della scuola non è diagnosticare la dislessia ma capire se ci sono dei segnali che potrebbero indicare la presenza del disturbo. Quindi attivare i percorsi di screening (identificazione precoce) e potenziamento, segnalare alla famiglia se le difficoltà permangono. L’avvio di un percorso di valutazione che può portare a una diagnosi di dislessia può avvenire dopo l’inizio della scuola primaria.
Quando il bambino inizia a frequentare la scuola dell’obbligo si misura presto con la lettura e, dopo i primi mesi, possono emergere le prime difficoltà, per esempio:
- legge con fatica, molto lentamente;
- scambia le vocali o le consonanti;
- salta e omette delle lettere;
- riduce le parole o aggiunge lettere alle parole;
- salta le righe mentre legge;
- scrive con fatica, scambia le vocali e le consonanti, spesso quelle;
- visivamente o fonologicamente simili (d-p o p-q, per esempio);
- fatica a copiare dalla lavagna e lo fa con molta lentezza.
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