Il Public Speaking non è solo sapere cosa dire e come dirlo. Bisogna fare molta attenzione anche a come ci si muove, alla postura del corpo e al respiro.
Una buona performance di Public Speaking è determinata dalla giusta dose di padronanza del corpo, della mente e della parola.
Il corso sarà tenuto da Ettore Distasio e Marcello Boccardo il 2 e 3 febbraio al Jazz Hotel – Via Degli Astronauti ad Olbia. Ettore Distasio è attore di teatro, cinema e TV. I partecipanti saranno aiutati a gestire al meglio l’energia al fine di evitare inutili dispersioni e fatiche fisiche.
La formazione di Ettore Distasio deriva dal teatro: “Quando ho iniziato, la prima cosa che mi hanno insegnato è che il pubblico si accorge prima del corpo e poi della voce, di conseguenza il corpo diventa il primo mezzo comunicativo. Gambe, testa, mani e piedi: tutto diventa veicolo di messaggi. Gassman, ad esempio, diceva sempre di fare attenzione a dove mettere le mani e a come muoverle. Se il corpo va per i fatti suoi, dopo un po’ le persone iniziano a seguire il corpo e si allontanano dalla performance. Per evitare di disperdere l’attenzione, bisogna limitare i movimenti al minimo o comunque devono essere equilibrati e ben gestiti”.
Il corso sarà completamente pratico con poca teoria in modo da dare più importanza allo spazio e alla respirazione. “La respirazione”, continua Ettore Distasio, “è molto importante: tante volte, quando parliamo in pubblico respiriamo male. Non sappiamo gestire il nostro respiro e se ci manca l’aria entriamo in ansia. Dopodiché iniziano a sudare le mani, la bocca si asciuga, la voce inizia a tremare, le pause e le “sporcature” aumentano. Respirare a fondo aiuta a superare i momenti di ansia”.
Una delle paure più grandi dell’uomo è parlare in pubblico. Infine, su questo punto, l’attore dichiara: “Io ho ancora tantissima paura ogni volta che faccio uno spettacolo. Quando vado in scena devo donare qualcosa al mio pubblico e il suo giudizio per me è importante, anzi, fondamentale. Non posso tradire chi viene in teatro per vedere il mio lavoro. Questo, naturalmente, mi genera una costante paura. Ma io penso sempre che chi non ha paura non ha coraggio. Se hai paura trovi anche il coraggio di affrontare il pubblico”.