E’ stato riscontrato in base alle quote assegnate alla Sardegna, che le tonnare di Carloforte e Portoscuso, non sarebbero più competitive nel settore
Duro colpo per le tonnare fisse isolane. E’ un coro unanime di protesta e attacco al Ministero delle politiche agricole e all’Assessore regionale dell’agricoltura,quello che arriva dalla minoranza in consiglio regionale. Una violenza normativa mai vista e inaudita, contro il settore della pesca isolana e in particolare contro lo storico patrimonio identitario delle Tonnare del Sulcis Iglesiente.
E’ inaccettabile il provvedimento della Direzione Generale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che rischia di decretare un duro colpo all’economia del Sulcis Iglesiente, minacciando il proseguo dell’attività ittica, relativa alla pesca del tonno. Profondamente delusi e preoccupati degli effetti devastanti del decreto i consiglieri sulcitani, in prima linea a difesa delle eccellenze e gioielli del territorio Paolo Dessì, Giorgio Oppi, Gianluigi Rubiu, insieme a tutta la minoranza dell’assemblea sarda si ribellano <<contro i tagli alle tonnare isolane. In base alle quote assegnate alla Sardegna, le tonnare di Carloforte e Portoscuso – le due realtà più importanti – non sarebbero più competitive>>. Infatti il decreto siglato dal Ministero delle Politiche agricole, avvantaggia di fatto Favignana e la Sicilia a scapito della Sardegna. E’ un grave atto per gli operatori del distretto del tonno e nello specifico delle tonnare fisse di Carloforte e Portoscuso.
Si fa presente che Cala Vinagra è sito storicamente poco pescoso attualmente chiuso, necessiterebbe di una bonifica dell’area per la presenza delle attrezzature dismesse dall’ultimo gestore. E’ quindi palese la difficoltà di operare, contrariamente al sito siciliano che ha capacità di drenare una gran parte della quota tonno indivisa. Le quote, devono essere assegnate secondo il criterio storico di pesca, rispettando e salvaguardando le tradizioni della Sardegna. Gli imprenditori sardi di fatto, sono stati traditi dall’assessore dell’agricoltura,dalla regione che avrebbe invece dovuto stare a loro fianco e tutelarli.