Venerdì 8 febbraio Theandric Teatro Nonviolento porta sul palco sassarese La vedova scalza
Tappa a Sassari per “La vedova scalza”, lo spettacolo di Theandric Teatro Nonviolento, di scena al Teatro Civico – Palazzo di Città venerdì 8 febbraio alle 21. L’evento, organizzato con il patrocinio del Comune di Sassari, vedrà in scena la compagnia diretta da Maria Virginia Siriu con gli attori Carla Orrù, Fabrizio Congia, Marco Secchi e Andrea Vargiu. I costumi dell’opera sono di Marilena Pitturru e Salvatore Aresu e le maschere della stessa Pitturru. Lo spettacolo, con la regia di Maria Virginia Siriu, ha una durata di 65 minuti, e prevede l’acquisto di un biglietto (al costo di 10€ più prevendita – posto unico) sul portale Do It Yourself, (www.diyticket.it) l’innovativo servizio di biglietteria per eventi e spettacoli che semplifica il processo di acquisto a tutti gli utenti, a costi contenuti e attraverso molteplici canali di vendita.
Lo spettacolo
Barbagia, anni ’30. A Laranei e Taculè la vita scorre sempre uguale, all’ombra del podestà e della tradizione. La violenza è ovunque: nello strapotere fascista, nelle angherie delle forze dell’ordine, nelle consuetudini che fossilizzano gli individui in ruoli prescritti e azioni comandate. Essere donna significa solo pregare, procreare e lavorare nei campi. Pare non esista via di fuga. La giovane Mintonia, però, è diversa. Studia da autodidatta, legge Grazia Deledda e Lev Tolstoj, non si rassegna a subire la vita. Si innamora di Micheddu, testa calda del paese, e contro il volere della comunità sceglie di sposarlo. Micheddu non ama sottomettersi al potere, men che meno a quello fascista: si fa beffe del Duce e della polizia. Ben presto si guadagna l’odio del podestà e di Centini, il brigadiere locale. I temi (amore, morte, vendetta) e il coro di voci paesane che abitano il romanzo di Niffoi sono quelli della tragedia classica. Theandric Teatro sceglie di portarlo in scena proprio così: le scene corrono verso il drammatico epilogo finale, inframezzate dal coro. Il linguaggio è essenziale e, sebbene radicato nella realtà locale di due piccoli paesi della Barbagia, parla alle menti e ai cuori di valori universali.
Il luogo
Al centro di Sassari, capoluogo del nord Sardegna, sorge una importante espressione architettonica neoclassica, un tempo sede della municipalità, e oggi teatro e museo. Un elegante palazzo neoclassico testimone delle vicende sassaresi. Fino al 1826 al posto del Teatro Civico sorgeva il Palazzo di Città, affacciato sulla scomparsa Platha de Cothinas (piazza del Comune), centro della città murata e attuale corso Vittorio Emanuele II, oggi come ieri cuore di Sassari. Precarie condizioni dell’edificio medievale e rinnovamento urbano di inizio Ottocento avviato dal re Carlo Felice portarono alla costruzione di un nuovo palazzo civico in forme neoclassiche, su progetto dell’architetto Giuseppe Cominotti. Oltre a svolgere funzioni istituzionali, diventò anche teatro. La doppia funzione durò mezzo secolo: la municipalità fu trasferita prima a palazzo Manca di Usini (1879), poi nel XX secolo nell’attuale sede di palazzo ducale. Il teatro, disegnato a ferro di cavallo sull’esempio del ‘Carignano’ di Torino e a sua volta modello per il teatro civico di Alghero (1862), fu restaurato radicalmente a partire dal 1947 e riaprì vent’anni dopo. Nuovi interventi seguirono a inizio XXI secolo. Oggi è scenario di concerti, mostre d’arte e spettacoli. La facciata principale, prospiciente il corso, segue canoni neoclassici ‘puristi’: è sormontata da un frontone triangolare timpanato e scandita da lesene di ordine ionico. Nell’asse centrale si apre l’accesso all’atrio, dove sono collocate le statue di due grandi autori di teatro: Vittorio Alfieri e Carlo Goldoni. Sovrastano l’ingresso stemma della città e targa con datazione dell’edificio. Il Palazzo di Città, oltre che teatro, è oggi museo articolato in due sezioni, cui accederai da corso Vittorio Emanuele II e via Sebastiano Satta. L’ala ovest ospita, al piano terra, le sale ‘Memoria e Identità’ e ‘Forma e Immagine’ (rappresentazione della città cinta da mura e foto otto-novecentesche). Al primo piano ci sono le sale di rappresentanza. Una di esse, dell’intregu, diventa ‘stazione’ della festha manna, ossia la Discesa dei Candelieri (14 agosto). Al suo interno si svolge la cerimonia di omaggio dei gremi alle Autorità: il sindaco si affaccia dal balcone, insieme all’obriere del gremio dei massai, per il tradizionale brindisi e per sottoporsi al giudizio popolare sull’operato annuale, espresso sotto forma di fischi o applausi. Ai piani superiori ci sono altre due salette (didattica e ‘dei Candelieri’) e nel sottotetto il meccanismo dell’antico orologio. L’ala est ospita il centro documentale storico della città. Tra i temi principali, l’abbigliamento tradizionale. Al terzo è allestita la sala ‘Sacro e Profano’, con riferimento ai riti religiosi della Settimana Santa ed espressioni popolari come il carnevale, aspetti esemplificati dalle opere di Eugenio Tavolara: ‘Processione dei Misteri’ (1929) e ‘Mascherata sassarese’ (1937).
La compagnia
Theandric Teatro Nonviolento nasce nel 2001 dall’incontro tra l’attore e regista Gary Brackett e l’attrice, regista e studiosa di filosofia Maria Virginia Siriu. L’esperienza intorno alla quale si concretizza il progetto teatrale è la ricerca condotta dai fondatori sul rinnovamento dei linguaggi artistici in relazione al ruolo sociale del teatro come veicolo capace di canalizzare e divulgare una riflessione critica sull’uomo contemporaneo. L’associazione culturale Theandric svolge fin dalla sua fondazione un’attività di ricerca nell’ambito del teatro “politico”, inteso come teatro totale, un teatro che non ammette frattura tra spazio scenico e sociale ma intende riflettere insieme allo spettatore sui temi più urgenti del vivere contemporaneo e cercare insieme ad esso uno stimolo all’azione che necessariamente non si svolgerà nel momento in cui si vive il rito scenico, ma nella vita quotidiana. Questa ricerca si è focalizzata ben presto sulla nonviolenza come alternativa per la soluzione del conflitto a livello personale, sociale e politico. La nonviolenza è diventata una scelta di vita e il centro del lavoro teatrale, che persegue la sua diffusione e divulgazione attraverso due momenti: gli spettacoli e le manifestazioni culturali e i laboratori nei quali si lavora allo sviluppo della personalità nonviolenta attraverso le tecniche teatrali.
La direzione artistica
Maria Virginia Siriu: laureata in Filosofia all’Università degli studi di Cagliari, debutta come attrice nello spettacolo Don Cristobal e Donna Rosita tratto da Federico Garcia Lorca per la regia di Guglielmo Ferraiola. Dal 1997 al 2000 approfondisce la formazione teatrale studiando con diversi membri del C.I.C.T. di Parigi diretto da Peter Brook: Bruce Myers, Yoshi Oida, Alain Maratrat, Tapa Sudana, Karunakaran Nair, Miriam Goldschmidt e Sotigui Koiuaté. Nel 1997 frequenta un laboratorio del Living Theatre in cui conosce Judith Malina con cui collaborerà come direttrice di scena e assistente di regia fino al 2003 presso il Living Europa. Con la storica compagnia fondata da Beck e Malina parteciperà alla nuova produzione Resistenza Adesso e in workshop e riprese dedicate a produzioni classiche della compagnia come Mysteryes and the Small Pieces e Utopia. Dal 2003 cura le regie della compagnia Theandric, realizzando spettacoli che hanno spesso debuttato nei festival internazionali, su cui spicca il Fringe Festival di Edimburgo.