Il presidente del Cnr, presso l’ambasciata d’Italia in Tunisia, sottolinea l’impegno dei ricercatori nel monitoraggio e nel contrasto dell’impatto antropico sull’ambiente, in particolare quello marino, ricordando il problema delle microplastiche e l’importanza della divulgazione come strumento di sensibilizzazione della società.
Oggi, lunedì 15 aprile, si tiene presso l’ambasciata italiana a Tunisi – come in altre capitali del mondo – la seconda Giornata della ricerca italiana nel mondo, con la presenza dell’ambasciatore Lorenzo Fanara, del presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) Massimo Inguscio, del ministro tunisino dell’Insegnamento superiore e della ricerca scientifica Slim Khalbous e di ricercatori di entrambi i paesi. La giornata è stata istituita dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministero della Salute.
“In questa giornata, la cui grande importanza è stata ricordata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nell’incontro di Tunisi trattiamo il tema dei mutamenti ambientali e climatici provocati dall’uomo nell’attuale epoca, non a caso da alcuni definita come antropocene”, dichiara Inguscio.
“Tra i numerosi segni di tale impatto, che vanno dall’uso indiscriminato dei combustibili fossili a quello dei fertilizzanti chimici, dal riscaldamento prodotto dalle emissioni di gas serra all’inquinamento provocato dalla plastica, oggi focalizziamo in particolare quello che incide sull’ambiente marino: il più grande ecosistema del pianeta, considerando che gli oceani occupano i due terzi della sua superficie. Un problema, pertanto, che è più globale di qualunque altro, in particolare per il fenomeno della Plastic Marine Litter (PML), che ormai rappresenta il 75-80% della spazzatura marina solida”.
“Questa è la prima volta che la Giornata della ricerca italiana nel mondo viene celebrata in Tunisia”, ha spiegato l’ambasciatore d’Italia Fanara. “L’Italia e la Tunisia condividono un identico ecosistema, quello mediterraneo, e quindi anche una storia e un futuro che ci accomunano. La presenza del presidente del Cnr ci ricorda del rapporto, ormai di lungo corso, tra la comunità scientifica italiana e quella tunisina. Questa giornata non rappresenta solo un’occasione per festeggiare il talento scientifico italiano nel mondo, ma è anche un nobile modo per sostenere il principio della libertà di critica e di ricerca contro ogni forma di fanatismo e di irresponsabile comportamento nei confronti del nostro pianeta”.
Il presidente Inguscio sottolinea come il ruolo della ricerca scientifica sia nodale per la tutela ambientale: “L’impegno degli Istituti del Cnr è da tempo dedicato a progetti di monitoraggio ambientale di nano, micro e macro plastiche, allo sviluppo di metodologie innovative per la detection ambientale, ad azioni di ricerca per verificare gli effetti sull’ecosistema marino e sull’uomo di questi inquinanti e a progetti per lo sviluppo di nuove tecnologie di cleaning smart. Fra questi, il progetto CLAIM che prevede il recupero energetico dalla plastica rinvenuta in mare mediante un innovativo sistema di pirolizzazione sviluppato da un’azienda italiana e il progetto BLUMed, volto a garantire uno sviluppo sostenibile nel Mediterraneo”.
Il presidente, infine, sottolinea “l’importanza della divulgazione svolta anche grazie alla rete italiana di addetti scientifici e dei ricercatori e ricercatrici nel mondo, come strumento di educazione scientifica e azione di sensibilizzazione tesa a far comprendere la necessità di un cambiamento comportamentale e culturale. Solo in questo modo potremmo cambiare il pericoloso andamento dei processi che stanno investendo il pianeta, l’ambiente, gli oceani, la vita delle persone”.