invito l'anima malinconica delle cose
Composizione

Giorgio Princivalle, “L’anima malinconica delle cose”

L’anima malinconica delle cose. Conferenza in attesa di una retrospettiva. Giovedì 12 Dicembre 2019 alle 18:00 presso lo Spazio SEARCH, sottopiano del Palazzo Civico Largo Carlo Felice 2 Cagliari

 

Il Servizio Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari, organizza per giovedì 12 dicembre alle ore 18 presso lo Spazio SEARCH, una conferenza in ricordo di Giorgio Princivalle, artista tra i più originali e talentuosi del Secondo Novecento in Sardegna.

 

A trent’anni dalla morte di Giorgio Princivalle, l’incontro avrà il compito di ricordare la figura dell’artista attraverso il dialogo tra Alessandra Menesini, che parlerà dello studio d’artista come luogo di fecondazione poetica, Angelo Liberati, amico e artista che traccerà un ricordo sulla temperie culturale vissuta insieme a Princivalle ed Efisio Carbone che farà un inquadramento storico – critico sulla Sardegna dal Dopoguerra agli anni più recenti.

In questa occasione sarà annunciata l’intenzione da parte dell’Amministrazione cittadina e del Servizio Cultura di realizzare nel prossimo futuro un’antologica dedicata al grande maestro sardo.

 

 

Interverrà alla conferenza l’Assessore alla Cultura della Città di Cagliari Paola Piroddi. Biografia Giorgio Princivalle

 

Giorgio Princivalle

 

Nato in Emilia nel 1925 da genitori sardi, Giorgio Princivalle ha vissuto interamente in Sardegna, dividendosi nelle diverse fasi della vita tra Olbia, il paese d’origine della madre Nuoro e Cagliari. Infatti, da Olbia si trasferiva a Nuoro per motivi di studio e più tardi (1951), nel capoluogo, fondamentalmente per dare inizio alla sua attività lavorativa, ma anche per trovare un respiro più ampio ai suoi interessi di carattere artistico e culturale che avevano avuto inizio in giovane età.

Da studente, con la frequentazione dello studio del pittore Ciusa Romagna e con le prime esperienze sulle pagine della Nuova Sardegna, come giovane collaboratore, talmente giovane, ma dal tratto già polemicamente definito, da utilizzare lo pseudonimo de “l’implume censore”.

Sarà tuttavia Cagliari, dove decide di trasferire la famiglia per motivi di lavoro, quel lavoro presso il Consiglio regionale della Sardegna, così lontano dai suoi interessi, ma tanto prossimo alla sua mai sopita passione civile, a consentirgli una crescita professionale e una maturazione culturale così personale, da farne una personalità artistica dai connotati inconfondibili nel panorama artistico della Sardegna. Infatti, dai primi anni Sessanta inizia la sua esperienza subendo l’indubbio fascino della pittura astratta e del mondo figurativo di Paul Klee e prima ancora dello stesso Kandinskij, che diventerà qualcosa di più intimo e negli anni ’70, in cui indubitabilmente, gli oggetti prendono forma attraverso la narrazione del ricordo d’infanzia. I giocattoli e i burattini che ricorreranno spesso negli anni più fertili della sua pittura, sintetizzano assenze e carenze di tipo affettivo, di cui ha dimostrato di portare il peso negli anni della maturità, da non confondere con privazioni di altro che non fosse una mancanza di figura paterna che si era creduto di colmare con la rigidità della educazione materna.

Quella narrazione e quella immagine onirica, sarà sempre accompagnata ad un tratto e ad una tonalità cromatica così “personale” da diventare, negli anni, un segno distintivo della sua pittura anche quando, ai ricorrenti cavallini, balocchi di una infanzia negata, si aggiungeranno gli altrettanto rasserenanti volti e figure femminili di campiglianamemoria. Da sempre amante dei viaggi e degli incontri, fossero questi luoghi o persone, non imparerà mai ad allontanarsi a lungo dalla sua terra per raggiungere il “continente” come amava definirlo, tradendo un rapporto granitico con le origini di sardo “isolano” e “isolato”. Anche durante la sperimentazione di nuove tecniche di pittura, verso la fine degli anni ’80, i paesaggi saranno quelli dei borghi sardi e l’orizzonte sarà quello delle spiagge sarde, benché in quegli anni compaiano figure cromaticamente più definite e solo apparentemente distanti dall’uso del colore delle sue marine o delle sue prime vetrine di giocattoli.

Negli ultimi anni di vita, nella sua ormai acquisita maturità artistica, troverà spazio una rilettura ironica e più concreta degli oggetti e, sempre in quel periodo, la sua innata curiosità e le passioni di una vita (l’impegno autonomistico della Sardegna, la passione smodata per la lettura, per la musica classica e per qualsiasi espressione artistica), sembrerebbero allontanarlo dalla sua forma espressiva originaria, per lasciare spazio alla scrittura, ma così non è stato.

Ha continuato a dipingere e negli ultimi anni ‘80, in quelli che definiva “gli anni della sua maturità”ha prodotto tanto abbandonando definitivamente le linee astratte per una produzione sicuramente piùironica e fortemente personale.

About Alessia Sanna

Nata a Cagliari ma vive a Pula. Diplomata in lingue presso il liceo "Eleonora d'Arborea" di Cagliari e attualmente studentessa di Scienze della Comunicazione all'Università di Cagliari. Cantante e amante della musica, ha partecipato a concorsi ed eventi musicali noti in Sardegna. Appassionata dei social media, giornalismo e spettacolo.

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