Per lo spettacolo “A quel paese” della compagnia Anfiteatro Sud il premio Spirito Fringe al Roma Fringe Festival, il premio alla drammaturgia va invece a Susanna Mameli per lo spettacolo “S’Accabadora”
Lo spettacolo A quel paese è scritto da Francesco Civile e diretto e interpretato da Francesco Civile e Daniel Dwerryhouse. Lo spettacolo S’Accabadora è scritto e diretto da Susanna Mameli e interpretato da Marta Proietti Orzella e Annagaia Marchioro, quest’ultima sostituita nella finale da Elisa Pistis.
Si avvale delle musiche originali di Paolo Fresu e del videomapping di Michele Pusceddu e Francesco Diana sulle xilografie di Mario Delitala.
Lo Spettacolo A quel paese è una commedia che affronta, tramite lo stratagemma dell’equivoco la lotta alla routine e la differenza tra esistere e vivere. Attraverso un’altalena di emozioni e l’incontro di personaggi eccentrici, il gioco ed il ritmo si sviluppano e diventano la base di tutto lo spettacolo nel quale, a tratti, vengono coinvolti in modo diretto anche gli spettatori.
La trama parte dall’incontro tra due uomini apparentemente molto diversi tra loro: Bruno Silenti, un uomo medio, riservato e abitudinario che vorrebbe riconquistare la sua ex, ma il suo orgoglio gli impedisce di farlo; e Felice Speranza, socievole, estroverso ed anche un po’ sbadato, ma che, proprio come Bruno, non riesce a dichiararsi alla donna di cui è innamorato da sempre.
Felice ha anche un fratello gemello, Sasà, da tutti considerato il matto del villaggio. Per via di uno scambio di oggetti Bruno dovrà sconvolgere i suoi programmi, raggiungere Felice nel paese in cui vive e imbattersi nella particolare figura di Sasà. Ma proprio quando le cose sembrano prendere una strana piega, ecco che l’imprevisto diventa sorpresa e ciascuno scopre di poter trovare molto di più quello che sta cercando.
Un gioco tra attori, personaggi e pubblico che si pone come obiettivo principale quello di far sorridere ma anche di pensare. Un modo semplice e universale di trattare temi come il viaggio, l’amore, la paura ed il coraggio, ma anche la necessità di dare valore al tempo, senza farlo esclusivamente “passare” ma vivendolo a pieno.
Civile e Dwertyhouse sono bravissimi nell’interpretare personaggi decisasmente bizzarri e sopra le righe ma che non mancano di sostanza e concretezza.
Lo spettacolo “S’Accabadora”, diretto da Susanna Mameli che ha anche curato la drammaturgia, liberamente ispirata a “Le serve” di Jean Genet, già finalista al concorso Nuove Sensibilità del Festival Teatro Italia di Napoli e vincitore del premio nazionale di teatro “Lauretta Masiero” per la drammaturgia, si aggiudica anche il Premio alla Drammaturgia al Roma Fringe Festival 2020.
In questo lavoro Susanna Mameli ha cercato di mettere a fuoco il lato umano e personale di una figura cosi crepuscolare e sfuggente, ma storicamente reale, come quella di “sa femmina accabadora”.
Fautrice tollerata di eutanasia nel passato, nello spettacolo di Anfiteatro Sud S’Accabadora diventa un personaggio di straordinaria attualità per i legami con i dilemmi etici del presente.
Questo è il punto di partenza per una messa in scena che non intende approfondire gli aspetti didascalici e descrittivi della questione, né tanto meno fornire superficiali risposte a problemi morali, ma che cerca di dare corpo e anima a una di queste donne, alla sua esistenza concreta, all’apparenza normale cui Antonia, S’Accabadora e protagonista dell’atto unico, s’aggrappa per continuare a vivere la sua vita.
Così, il testo e le scene minime ed essenziali risolvono l’azione teatrale nel rapporto tra Antonia e sua sorella, rispettivamente interpretate da Marta Proietti Orzella e Elisa Pistis che sostituisce Annagaia Marchioro. Una relazione che è una finzione nella finzione e che lascia trapelare lentamente la verità atroce sulle loro vite. Un lento disvelarsi della realtà fino all’ultimo crudele dilemma che impegnerà Antonia in un nuovo, ma terribilmente diverso, atto di pietà.
Trattando il testo e lo spazio come fossero un caleidoscopio nella memoria della protagonista, la regista utilizza la multiproiezione e gli effetti straordinari del videomapping e della realtà aumentata per definire lo spazio scenico, e ricostruisce attraverso l’arte di Mario Delitala e le sue famosissime xilografie del 1926 un universo interiore che ingloba e coinvolge lo spettatore, facendolo divenire parte del viaggio e dello spettacolo.
Grazie al videomapping, una nuova frontiera dell’arte e della tecnologia capace di trasferire immagini in computer grafica su superfici reali e di realizzare spettacolari effetti di proiezione 3D, le xilografie di Delitala passano così da una dimensione iconica e statica a una sempre più fluida e dinamica, fino a diventare puro tratto, segno bianco e nero, capace di inglobare lo spettatore come nelle esperienze di arti plastiche interattive.
Formatasi con Umberto Eco e Claudio Meldolesi all’Università di Bologna, dove nel 1995 si e è laureata con lode in drammaturgia, Susanna Mameli ha frequentato diversi seminari con Dario Fo e Franca Rame, Carmelo Bene, Peter Brook, Jerzy Grotowski e molti altri personaggi di rilievo della cultura sia italiana che mondiale.
Fondatrice nel 1999 dell’associazione Anfiteatro Sud, dal 2002 al 2007 è stata direttrice artistica del festival di teatro musica e danza “Viaggio a sud”.
Ha scritto e diretto numerosissimi lavori tra cui “Il quinto canto è l’addio”, “Mi chiamo Maria e sono bellissima” (finalista al premio di drammaturgia CTAS Oltreparola, 2014) e “Alcatrax, appunti di fabbrica” (finalista alla XV edizione del premio “Donne e teatro di drammaturgia femminile” nel 2015 e vincitore nel 2013 del bando residenze artistiche del Teatro Stabile della Sardegna).