Non smette più di dipingere, ma come riesce a farlo, vedendo solo ombre, visto che a causa della retinite pigmentosa conserva ormai solo un lievissimo residuo visivo. Conosciamo Andrea Ferrero
Lavora nel Gruppo Comunicazione del CRS4, il Centro Ricerca Sviluppo Studi Superiori della Sardegna, occupandosi di accessibilità in campo artistico. Creativo, ottimista, impegnato così ama definirsi Andrea Ferrero. La società, dice nel suo portale, mette etichette su tutto, così da definirlo disabile, handicappato, cieco, disabile visivo, diversamente abile. Ma non è così; lui si sente semplicemente Andrea. Nessuno nasce imparato, si tratta solo di provarci! di fare un percorso di consapevolezza!
La retinite pigmentosa è una patologia retinica ereditaria, che porta alla cecità perché progressiva, degenerativa e attualmente incurabile. La malattia non ha cambiato la mia vita, mi ha portato a ripensarla. Credo che senza non avrei mai scoperto tante cose di me. Quotidianamente affronto anche tante difficoltà; quelle che solitamente le persone chiamano “sfighe” a me piace chiamarle “sfide” e cerco sempre e comunque di portare avanti i miei obiettivi e realizzare i miei sogni
La personalità di Andrea Ferrero
Carico di positività, forse vista la sua giovane età anche un po’ inconscio, non si è arreso ma, pur non avendo risposte certe dalla medicina, ha riposto tutte le sue speranze nella ricerca scientifica, togliendo fuori tutto l’ottimismo di un ragazzo di 27 anni. Non si è chiuso a riccio, non si è fatto prendere dalla rabbia, ma ha riadattato la sua vita: sapeva che avrebbe dovuto vivere con questa coinquilina scomoda, ma questo non gli ha impedito di sposare la bellissima Anna, di uscire con gli amici, di lavorare, divertirsi e reinventarsi nel suo mondo solo in apparenza buio. È grazie a sua moglie Anna che si avvicina al mondo della pittura, che, nonostante lo scetticismo iniziale, diventa la sua principale valvola di svago.
Il mondo di Andrea Ferrero è alimentato dai sogni e da una straordinaria potenza comunicativa. Era il 1998 quando gli fu diagnosticata la retinite pigmentosa, patologia degenerativa che ha certamente dato una svolta alla vita di un ragazzo ventottenne ma dal carattere forte e acceso, come i colori che anni dopo sono esplosi nei suoi lavori creativi.
La retinite non ha cambiato la sua vita. Lo ha portato a ripensarla, forse a reinterpretarla come un quadro che ritrae uno scorcio che tanto amiamo ed emoziona, sia illuminato dai più caldi raggi di sole che sotto un cielo nuvoloso ma non per questo meno evocativo.