La casa di famiglia, un opera ricca di colpi di scena, vede protagonisti quattro fratelli Giacinto, Oreste, Alex e Fanny, davanti alla prospettiva di vendere la dimora in cui sono cresciuti
Tra i protagonisti Luca Angeletti attore di teatro, cinema e televisione, accanto a Beppe Fiorello ne “L’angelo di Sarajevo” e nel cast di “Beata Ignoranza” e “Come un gatto in tangenziale,” Toni Fornari nella duplice veste di autore e interprete, una carriera tra il palco e il piccolo e il grande schermo iniziata con il trio comico Favete Linguis, Simone Montedoro volto noto del piccolo schermo, dalla réclame del Grana Padano alla serie “Don Matteo,”spazia dai fotoromanzi alla televisione, e Laura Ruocco attrice, danzatrice e coreografa, accanto a Pippo Baudo ne “La festa dell’estate”, interprete di musicals come “Ma per fortuna c’è la musica” e “Bobby sa tutto” di Pietro Garinei con Johnny Dorelli, poi “Orfeo all’Inferno”, “Metropolis” e “Chicago”, e ancora “Tootsie” con Marco Columbro e Ethel ne “Il paese dei campanelli” con la regia di Maurizio Nichetti.
Nel cast anche un artista del calibro di Roberto Mantovani affermato attore di teatro e cinema, più volte candidato al Premio Ubu, Premio ETI Vetrine con “Il Maratoneta” e primo premio al Festival Shakespeariano di Braünschweig per “Tito Andronico” e l’attrice Noemi Sferlazza, per un vivido affresco della società tra amori e disamori, inganni e tradimenti, smarrimenti e ricerca del sé, in uno scontro di personalità.
L’opera si interroga sui legami di sangue e d’affetto, sulla solidarietà e l’interesse, sul ruolo fondamentale della famiglia nell’educazione e nelle relazioni.
Nella riunione di famiglia riaffiorano antichi rancori e incomprensioni, pensieri e desideri non espressi, segrete amarezze e frustrazioni: i protagonisti si confrontano su antiche questioni e nodi irrisolti del comune passato e affrontano una scelta apparentemente semplice ma dalle forti valenze simboliche tra nostalgia e disincanto, in un susseguirsi di rivelazioni e complicazioni, fino all’ultimo colpo di teatro. Ciascuno di loro è costretto a fare i conti con la propria storia, con il percorso professionale e esistenziale, con i successi e i fallimenti: la vendita della dimora della loro infanzia e prima giovinezza segna un momento di passaggio, quasi un rito di iniziazione, per entrare definitivamente nel mondo degli adulti dove ciascuno è tenuto ad assumersi le proprie responsabilità.
La proprietà di un’abitazione ormai deserta è solo un pretesto che fa riemergere memorie dimenticate, vecchie ferite, la summa di torti inflitti e subiti, le ragioni dell’uno o dell’altra, ma tuttavia da quell’atto di vendita così “definitivo” e quasi irreversibile scaturiranno conseguenze inattese per i personaggi, che dovranno e potranno ridefinire il loro futuro dopo la scoperta di sorprendenti e a volte scomode verità.