Esportazione negli USA: il Pecorino Romano Dop prende quota
Dati percentuali sulle vendite
Tendenza positiva confermata anche dal sito web Clal.it che registra per gennaio un + 76,8% in volume e + 137,1% in valore rispetto allo stesso mese dell’anno prima. Non solo, quello del mese di gennaio di quest’anno è il dato più positivo, rispetto sempre allo stesso mese, degli ultimi 5 anni.
Secondo i dati di Nielsen RMS il Pecorino romano ha venduto + 45,9% in volume e + 41,7% come valore complessivo (in calo invece nei super ed iper mercati: nei primi tre mesi 2020 segna un -9,8% in volume e -3% in valore totale). In crescita invece del + 6,5% il prezzo medio sia nei supermercati e che nei discount.
Le conseguenze del Covid-19 sugli altri prodotti caseari
Chi invece è fortemente penalizzato dal Covid 19 sono i pecorini e vaccini) freschi e molli che hanno come canale principale di vendita l’Ho.re.ca. La chiusura in seguito alle restrizioni del Corona virus ha conseguentemente contratto le vendite. Anche se in piccole percentuali influisce anche la scelta dei consumatori di acquistare, in questo momento di crisi, formaggi di più facile e lunga conservazione.
I più a rischio
La riduzione delle vendite di questi formaggi sta penalizzando fortemente tutti i piccoli produttori, cooperative e industrie di trasformazione del latte che li producono. Chi invece produce anche Pecorino romano ha riconvertito la produzione in questo formaggio in quanto a lunga stagionatura. Questo spiega anche la crescita delle produzioni proprio del Romano a marzo (+22% rispetto allo stesso mese del 2019). La crescita di febbraio è dovuta al fatto che lo scorso anno nello stesso mese i caseifici erano chiusi per protesta dei pastori.
Tendenza che potrebbe essere confermata per i restanti mesi dell’annata visto il perdurare dell’emergenza Covid 19.
Coldiretti richiede sostegno dalla regione Sardegna
Secondo Coldiretti Sardegna questo è il momento in cui tutta la filiera, con il coinvolgimento della Regione, deve saper programmare i prossimi mesi di produzione. “Riteniamo importante la convocazione a stretto giro da parte del presidente Solinas di un tavolo tematico – dice il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. E’ necessario, in questo momento anomalo ma decisivo per l’annata, fermarsi e fare il punto. Dobbiamo innanzitutto tutelare e salvaguardare i formaggi a bassa stagionatura. Si stanno ritagliando uno spazio nel mercato e adesso rischiano di uscirne indeboliti. I caseifici verranno maggiormente danneggiati, soprattutto quelli che più di tutti hanno investito nella diversificazione delle produzioni. Dall’ altra abbiamo anche il dovere di contenere le produzioni e di conseguenza governare il mercato del Pecorino romano che da un anno conferma prestazioni positive”.
Bando da 13 milioni
Al momento la crescita delle produzioni di Pecorino romano sono ancora contenute. LA PROPOSTA. “In questo momento epocale di grave crisi ci sono tutte le condizioni per azioni straordinarie e responsabili consentendo di continuare a dare stabilità al comparto – sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Il Governo nazionale ha già messo in campo delle azioni importanti in questo senso per prevenire alcune storture dovute alla crisi Covid 19, stanziando circa 13milioni di euro per il cosiddetto bando degli indigenti per il Pecorino romano.
La proposta di Coldiretti
“Proponiamo – spiega Battista Cualbu – lo stanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione a favore dei formaggi a breve stagionatura e delle famiglie meno abbienti. Si tratterebbe di acquistare questi formaggi dai caseifici per donarli alle 120mila famiglie senza reddito”.
“Un vero esempio di economia circolare – sottolinea Luca Saba – in cui la Regione non fa un intervento di mero assistenzialismo ma sostenendo contemporaneamente due settori, la filiera lattiero casearia e le famiglie indigenti, promuove ed educa al consumo del cibo locale a km0, sicuro e garantito”. Coldiretti Sardegna, per questi motivi, ribadisce l’urgenza e chiede “al Presidente Solinas la convocazione di un tavolo virtuale con le Organizzazioni agricole e i rappresentanti della cooperative e dell’industria casearia per programmare valutare la possibilità di attuare questa misura che consentirebbe di programmare gli ultimi tre mesi dell’annata lattiero casearia”.