Superare la fase 2 attraverso App dedicate e strutture sanitarie specifiche per combattere il Covid-19
Non ci sono date ufficiali ma la Fase 2 è ormai il dossier principale sul tavolo del governo. Mentre la task force guidata da Vittorio Colao lavora ormai a pieno ritmo, il presidente del Consiglio ha cominciato una serie di vertici per valutare tempi e modi delle riaperture. Nel pomeriggio il premier, Giuseppe Conte, ha convocato una riunione con i capi delegazione di maggioranza, cui avrebbe dovuto prendere parte anche il sottosegretario Riccardo Fraccaro. A seguire la cabina di regia con i rappresentanti di Regioni e Comuni. Al fianco del presidente del Consiglio i ministri di Regioni e Salute, cioè Francesco Boccia e Roberto Speranza.
Al termine della riunione della Cabina di regia Conte ha fatto il punto in un post su Facebook
“Le Regioni hanno convenuto sulla opportunità di avere delle linee guida nazionali in modo da gestire in modo coordinato questa ripresa”, affermano fonti di Palazzo Chigi sulla riunione della cabina di regia. Tra i punti di intesa c’è la proroga del blocco “della mobilità extraregionale”. Sempre secondo le stesse fonti “si sta lavorando a un programma nazionale che possa consentire una ripresa delle attività produttive in condizioni di sicurezza”. Il dispositivo prevede inoltre che “le Regioni hanno convenuto sulla opportunità di avere delle linee guida nazionali in modo da gestire in modo coordinato e uniforme questa ripresa”. Nuovi incontri sono in programma a inizio settimana, la cabina di regia si rivedrà mercoledì.
Sul fronte delle misure di tutela della salute, “il governo continua a lavorare per implementare i Covid hospital, l’assistenza territoriale e usare al meglio le applicazioni tecnologiche e i test per riuscire a rendere sempre più efficiente la strategia di prevenzione e di controllo del contagio”, dice il premier. Otto giorni fa, quando aveva prorogato le misure restrittive, il premier aveva espresso l’auspicio di ripartire con “cautela e gradualità” dopo il 3 maggio.
Zaia chiede la riapertura immediata
Oggi il governatore che più spinge per una riapertura immediata è Luca Zaia. “La mia posizione è che il 4 maggio si possa aprire con le regole e con le garanzie scientifiche. Se si volesse fare un passo in più si potrebbe allentare da subito, in modo razionale, prudente e ragionato”, dice il presidente del Veneto. L’idea è quella “di un ragionato programma di aperture per mettere in moto la macchina, scaldare i motori e poi andare a regime”, in un’ottica, comunque, “di messa in sicurezza”. Per prima cosa, dice Zaia, “pensiamo a mascherine, guanti dove si posso portare, distanziamento sociale”. Il governatore però ammette anche che “il tema del ritorno del Covid-19 in autunno è realtà”, concordando con la posizione del professor Walter Ricciardi. “Dovremo tutti essere a quel punto in perfetta forma fisica – ammette Zaia – e molto performanti dal punto di vista sanitario”.
La Lombardia sta valutando di proporre al governo il via libera anche ad altri settori. Tra questi si pensa al tessile, la moda, la fabbricazione di autoveicoli (oltre a cantieri edili, pubblici e privati, in vista del prossimo 4 maggio). Il tutto dovrà avvenire, ovviamente, nel rispetto delle disposizioni sanitarie e a tutela della salute dei cittadini.
Nel frattempo si allungano di un paio di giorni i tempi per l’approvazione da parte del consiglio dei ministri dello scostamento di bilancio, da presentare in Parlamento prima del nuovo decreto aprile. Il cdm non si terrà lunedì ma mercoledì, per poter esaminare contemporaneamente tutto il quadro macroeconomico contenuto nel Def.
Una tempistica più rapida
Per il provvedimento si era parlato inizialmente di tempi più rapidi. Il premier Giuseppe Conte, aveva già pronosticato un allungamento in avanti, innervosendo le opposizioni. Sulle misure si sta ancora ragionando. Tutto dipenderà dalle risorse a disposizione, e tra le ultime ipotesi al ministero della Famiglia si sta studiando un “bonus figli” probabilmente una tantum.
Naspi e Cig verso la proroga: con un costo che potrebbe essere ben superiore al Cura Italia, di almeno 15 miliardi. Il reddito di emergenza, che dovrebbe affiancare il reddito di cittadinanza, dovrebbe assorbire nelle intenzioni di Nunzia Catalfo, circa 3 miliardi, ma la cifra potrebbe alla fine dei conti essere inferiore. Per la garanzia alla liquidità delle imprese lo stanziamento sarà complessivamente di circa 30 miliardi di euro tra Fondo di garanzia per le Pmi e Sace, mentre l’aumento del bonus autonomi da 600 a 800 euro farà lievitare i 3 miliardi di marzo, a meno che non si opti per interventi più selettivi. Al momento l’Inps ne ha già liquidati 3,1 milioni, con 500mila ancora in fase di istruttoria.