Arriva la richiesta dell’Onu per prevenire future pandemie: la messa al bando in tutto il mondo dei mercati che vendono animali selvatici vivi
La richiesta dell’Onu è chiara: è necessario far chiudere in tutto il mondo i mercati che vendono animali selvatici vivi e morti. Questo perché uno di questi mercati, quello di Wuhan in particolare, potrebbe essere stato il punto di inizio per la diffusione del Coronavirus.
La richiesta è stata soprattutto accolta da Elizabeth Maruma Mrema, capo della Convenzione sulla biodiversità dell’Onu, per poter prevenire future pandemie come l’attuale COVID-19.
Si chiede, quindi, di fermare i cosiddetti “wet market“, ovvero i mercati presenti sopratutto nei paesi dell’Asia. In questi mercati si vendono e macellano animali vivi, il tutto in condizioni di scarsa igiene.
A questo proposito, però, la Mrema si ritiene ottimista sulla reazione del pianeta per queste cause; secondo lei, dopo questo periodo di crisi per il Coronavirus la gente prenderà molto più seriamente le questioni igienico-sanitarie. Queste prenderanno con più attenzione anche la distruzione del mondo naturale. Si dovrebbe, quindi, pensare di più alla tutela della biodiversità.
“Preservare ecosistemi e biodiversità ci aiuterà a ridurre la prevalenza di alcune di queste malattie – ha spiegato la Mrema – Il modo in cui coltiviamo e utilizziamo il suolo, in cui proteggiamo gli ecosistemi costieri e in cui trattiamo le nostre foreste rovineranno il futuro o ci aiuteranno a vivere più a lungo”.
Il capo della Convenzione sulla biodiversità delle Nazioni Unite non ignora, però, la realtà dei fatti, e lancia un allarme: “Alcune comunità a basso reddito, e parliamo di milioni di persone, basano il proprio sostentamento sulle specie selvagge. Quindi a meno che non diamo un’alternativa a queste comunità, il rischio è di aprire le porte del mercato nero a questi animali, e così anche all’estinzione di alcune specie”.