Le mascherine utili nell’emergenza Coronavirus si possono creare anche a casa con una stampante 3D. Possono essere anche biodegradabili
Una delle emergenze periodo del COVID-19 è senz’altro quella della mancanza di mascherine. Queste sono molto utili per evitare di diffondere nell’aria il virus, soprattutto attraverso le nostre goccioline di saliva.
La carenza di mascherine è di tutti i modelli; sia nei modelli con valvola indispensabili a medici e infermieri, sia in quelli più basici con i quali dovremmo imparare a convivere anche dopo la fine della pandemia.
Con la produzione di mascherine, però, c’è un altro problema: lo smaltimento. Purtroppo, le mascherine utilizzate e le altre che verranno prodotte generano problemi di smaltimento ormai in alcuni paesi.
Questo problema ha portato alla creazione di un nuovo modello di mascherine. L’idea è partita da un giovane ingegnere aerospaziale, Marco Genito, laureato all’Università di Napoli Federico II.
La sua idea è semplice: creare una mascherina riutilizzabile, sicura, filtrante ed ecosostenibile.
Per far ciò, ha utilizzato la sua stampante 3D e l’ha fatta lavorare giorno e notte, progettando più volte prototipi che potessero soddisfare la sua idea.
Dopo aver trovato un modello adeguato, il giovane laureato ha deciso di regalare a parenti e amici più copie della sua mascherina. Questo però non gli è bastato; infatti ha deciso di condividere gratuitamente con tutti la sua idea, ormai alla terza versione, rendendola liberamente scaricabile da piattaforme per la condivisione di file da stampa 3D.
Le parole di Marco Genito
“Può essere prodotta da chiunque abbia una stampante adatta – spiega l’ingegnere – è realizzata con una plastica anallergica, atossica e biodegradabile. Non è concepita per fermare virus o filtrare agenti patogeni, ma esclusivamente per ridurre il rischio di trasmissione di agenti infettivi attraverso le goccioline”.
La mascherina è composta da un corpo unico e da un tappo per chiudere ermeticamente il filtro, realizzabile con uno scampolo di tessuto o con della semplice e casalinga carta forno. Il suo riutilizzo, per via di questo particolare, non ha limiti, basta cambiare il filtro e disinfettare la sagoma; e soprattutto, rispetto ad altre mascherine realizzate con stampa 3D, questa mascherina non richiede interventi “meccanici” o di montaggio, per essere completata, e questo la rende anche molto più facile da utilizzare.
“Non è il primo modello di mascherina 3D – precisa Genito – ma questo tipo di mascherina può essere stampato in meno di due ore. Gli altri modelli in circolazione richiedono fino a 6 ore anche con stampanti professionali”. Il progetto sta interessando anche alcuni imprenditori locali, “e potrebbe nascere a breve qualcosa di interessante”.