Tensione tra Cei e Governo dopo la decisione di non aprire le messe ai fedeli nella Fase 2
Dura presa di posizione della Cei dopo la decisione del governo di non aprire le messe ai fedeli nella fase due dell’emergenza coronavirus. I Vescovi italiani – scrive la Cei in una nota – non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri. E’ così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.
La tensione trapelava da giorni, «perché mai, con le dovute precauzioni, si potrà andare in un museo e non a messa?». Si sapeva che la trattativa con il governo era difficile, soprattutto per la posizione rigida del comitato scientifico. E alla fine il comunicato della Cei, mai così duro, nasce dalla necessità di mettere «un punto fermo». Così spiegano nella segreteria della conferenza episcopale. «Per quaranta giorni» – compresa la Settimana Santa di Pasqua – i vertici della Cei hanno tenuto duro, «per senso di responsabilità». Nonostante le pressioni che con il passare delle settimane venivano «dal territorio», fedeli, parroci e vescovi. «Sia chiaro: non stiamo chiedendo un “liberi tutti”, sarebbe irresponsabile», si spiegava ancora pochi giorni fa.
La situazione a partire dal 4 maggio
Al governo, la Chiesa italiana aveva domandato «un ritorno graduale alla vita comunitaria» a partire dal 4 maggio: la possibilità di celebrare i funerali «con i parenti stretti», e lo stesso per battesimi o matrimoni; e un ritorno alla celebrazione delle messe con i fedeli a cominciare da quelle feriali, poco frequentate, o magari prevedendo una sorta di numero chiuso la domenica, «una ventina di fedeli, per dire», sempre rispettando tutte le precauzioni e le distanze.
Alla fine sono stati concessi solo i funerali. E la chiusura totale sulle messe ha fatto precipitare la situazione.
La Presidenza del Consiglio, in una nota, “prende atto della comunicazione della CEI e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. Già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.