Mentre si discute sulle possibilità e modalità di ripartenza delle competizioni, l’intero sistema calcio resta nel caos
Il Coronavirus ha stravolto il calcio come mai accaduto prima. Lo sport più seguito, più prolifico e virtuoso al mondo deve ora far fronte al crollo dei ricavi, alla ripresa incerta delle competizioni e alla sicurezza negli stadi. Tante le incognite sul futuro del sistema, costretto a un totale rinnovamento. Come prevedibile, l’Uefa ha già ufficializzato lo slittamento dei prossimi Europei all’estate del 2021.
Il futuro della stagione
La maggior parte dei club di calcio spingono per riprendere e terminare i rispettivi campionati. Ci sono però alcune eccezioni: la Juplier League, in Belgio, è stata sospesa assegnando il titolo alla capolista della classifica; l’Eredivisie, in Olanda, è stata sospesa senza stabilire un vincitore; stop anche per la Ligue 1, il campionato francese.
Tra i principali campionati europei, la Liga in Spagna e la Bundesliga in Germania sarebbero pronte a dare l’ok alla ripresa. Probabile via libera anche per la Premier League inglese. Discorso diverso per la Serie A italiana: tra telefonate incrociate e colloqui politici, si lavora a un nuovo protocollo da presentare al governo per accelerare i tempi della ripartenza. Come dichiarato dal ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, il calcio potrà ricominciare solo se le condizioni lo permetteranno.
Una cosa sembra essere certa: i campionati dovranno terminare entro agosto, in modo da far poi spazio a Champions League ed Europa League. La Uefa sta già riflettendo sulle possibili modalità di svolgimento delle due competizioni europee.
Il futuro degli stadi
A causa del Covid-19 niente sarà più come prima. Nemmeno gli stadi di calcio. Dando per scontato lo svolgimento delle partite al chiuso nei prossimi mesi, si inizia a pensare a come cambierà la fruizione degli impianti sportivi per i tifosi al termine dell’emergenza. Sarà sicuramente necessario ripensare agli spazi, per garantire un controllo adeguato e un corretto distanziamento.
Secondo le prime ipotesi l’ingresso allo stadio potrebbe essere autorizzato solo dopo il controllo della temperatura corporea, così da impedire l’accesso alle persone più a rischio. Per garantire la distanza sociale all’interno dell’impianto, si potrebbe ridurre la capienza del 10-15%. Gli acquisti di merchandising, cibo e bevande verrebbero invece effettuati direttamente dallo smartphone, grazie allo sviluppo di app funzionali all’eliminazione delle file.
Tra gli aspetti da non tralasciare, quello relativo al sistema dei trasporti diretti agli stadi. Autobus, metro e treni dovranno trovare un sistema adeguato per evitare assembramenti.
Conti in rosso
L’effetto della pandemia sui bilanci delle società sportive è devastante. Il crollo dei ricavi potrebbe compromettere specialmente il futuro delle squadre di fascia più bassa. Nel caso in cui la Serie A italiana non dovesse riprendere, i club andrebbero incontro a una perdita stimata di almeno 700 milioni di euro.
I mancati introiti deriverebbero dai diritti televisivi, dai ricavi commerciali e dai ricavi di botteghino. Ma la crisi del calcio italiano cadrebbe di riflesso anche sulle casse dello Stato, considerato l’altissimo valore generato dal suo impatto socio-economico (si stimano più di 3 miliardi di euro).