In Sardegna i commercialisti hanno deciso di dare un contributo al dibattito sull’applicazione della “zona franca”
“I commercialisti sardi hanno voluto dare un contributo al dibattito sulla legittima applicabilità della ‘zona franca’ in Sardegna. Siamo istituzionalmente preposti a svolgere un ruolo di cerniera e mediazione fra contribuenti e Fisco. Anche nella delicata funzione interpretativa delle norme giuridiche, specialmente tributarie, partecipando allo studio in materia di zone franche, in modo costruttivo e propositivo, analizzando la questione con metodo scientifico e con un approccio sistemico rispettoso del quadro normativo vigente e delle cornici costituzionali e comunitarie di riferimento”. Lo ha detto Gabriela Savigni, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Tempio Pausania.
“La Zona Franca Integrale si sostanzia in un’area circoscritta con importanti benefici doganali e/o fiscali, con riduzioni o addirittura esenzioni da alcune imposte e contributi.
L’obbietivo
L’obiettivo – ha sottolineato la Presidente Savigni – è quello di dare impulso al tessuto economico e innescare processi di crescita attraendo capitali e tecnologia. Ritengo che questa sia un’iniziativa estremamente importante per la Sardegna. Perché volta a promuovere scambio e collaborazione fra istituzioni deputate all’esercizio del potere normativo ed esecutivo da una parte ed enti. Come il nostro, preposti ad operare nel tessuto economico sociale e a coadiuvare le imprese nell’esercizio delle proprie attività quotidiane. Auspico altresì che sia l’inizio di un percorso dialettico fra enti e istituzioni. Che anche , pur da differenti prospettive, sono ugualmente interessate e fisiologicamente orientate, a promuovere la crescita economica dell’economia isolana”.
La ricerca
Attraverso un documento di studio frutto di un’approfondita ricerca a cura di un gruppo di lavoro, istituito presso l’Ordine di Tempio Pausania e condiviso dal coordinamento regionale degli Odcec della Sardegna. Il gruppo di lavoro, composto da Valeria Guido, Marcella Piras, Domenico Sotgiu e Roberto Carlini, ha analizzato gli istituti di zone franche già esistenti e legittimamente applicabili nel territorio sardo e le relative eventuali prospettive evolutive. La ricerca, attraverso una ricostruzione dei valori e principi che governano la materia, ha messo in luce che, attraverso un rigoroso e propedeutico studio scientifico, alcuni modelli di “zona franca” ulteriori rispetto agli istituti già esistenti, possono essere pensati dal Legislatore sardo e nazionale per il territorio isolano.