Ripartono le attività sanitarie sospese durante l’emergenza. Possibili ulteriori rallentamenti dati dal numero elevato di pazienti in attesa
L’emergenza coronavirus ha quasi completamente bloccato per circa tre mesi le normali prestazioni della Sanità e ora si rischia l’ingorgo di pazienti. Saltati almeno 500mila interventi chirurgici e milioni di visite e di esami. Secondo i medici, con i ritardi di diagnosi e cure si rischiano più morti che per il Covid-19.
Come riferito da ‘la Repubblica’, il sistema sanitario ha subito il più grande stress della sua storia con medici e infermieri che hanno lavorato giorno e notte per tre mesi, accumulando stanchezza e straordinari e in alcuni casi ammalandosi. Ora ripartono le richieste dei pazienti che non hanno potuto svolgere le visite a marzo, aprile e maggio, magari perché impauriti dall’idea di prendere il Covid oppure perché i loro appuntamenti erano stati cancellati. Si stima che siano 3 milioni solo coloro che hanno bisogno del cardiologo e 12 milioni quelli che devono fare un esame radiologico.
Calo operazioni oncologiche
A preoccupare, è soprattutto il calo del 50% delle operazioni oncologiche. “nel nostro Paese abbiamo circa mille nuovi casi di cancro al giorno”, ha sottolineato Pierluigi Marini, presidente dell’ Associazione chirurghi ospedalieri italiani e primario al San Camillo di Roma, chiedendo investimenti rapidi e importanti sulla sanità, sia per assumere che per acquisire nuove tecnologie. “Dobbiamo tentare il recupero – ha spiegato ancora -. Ma se anche lavorassimo il 20% più di prima, impiegheremmo 11 mesi a raggiungere una cifra di interventi accettabile, che colmerebbe il divario che si è creato. Non è fattibile. Le conseguenze di questo accumulo sono spaventose”.
Gli stessi screening oncologici sono diminuiti drasticamente.
Secondo Nomisma a settembre, ci saranno 4 milioni di esami da fare in 3 mesi. Cioè i due terzi del totale dell’ anno. Ancora oggi a causa delle misure anti coronavirus le attività sono ridotte 20-30% perché, ad esempio, bisogna dare appuntamenti più distanziati ai pazienti per evitare incontri in sala d’ attesa.
In calo anche le operazioni chirurgiche
Sempre secondo Nomisma tra marzo e giugno sono destinate a saltare circa 410mila operazioni. “Per un intervento programmato di bypass coronarico o di angioplastica coronarica, dove l’ attesa media nazionale si aggira intorno ai 20-25 giorni, i tempi potranno raggiungere i 4 mesi, mentre per un impianto di protesi d’ anca l’ attesa potrà raddoppiare superando i sei mesi”, fanno sapere dal centro studi.
L’allarme dei cardiologi: “siamo tornati indietro di 20 anni”
“Abbiamo avuto la metà di ricoveri di pazienti con infarto miocardico rispetto all’anno scorso – ha detto il presidente della Società italiana di cardiologia, Ciro Indolfi -. E tra chi si è ricoverato, la mortalità è triplicata”. Qualcuno non è andato in ospedale malgrado i sintomi, e tra quanti lo hanno fatto c’è chi si è presentato troppo tardi.