Mano tesa alle opposizioni, cui chiede collaborazione per il difficile anno scolastico alle porte, e meno polemiche
Ora è ufficiale. Le scuole riapriranno il 14 settembre. Mentre riecheggia la polemica sui nuovi banchi singoli “anti Covid–19”, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina firma l’ordinanza che stabilisce l’avvio delle lezioni per l’anno scolastico 2020/21 dal secondo lunedì di settembre. Confermato poi lo svolgimento, a decorrere dal primo settembre, delle attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/20. Saranno poi le Regioni ad adottare le determinazioni di propria competenza in materia di calendario scolastico, comunque di almeno 200 giorni di lezione.
In agenda, oltre alla didattica, anche le elezioni amministrative. Ministero dell’Istruzione, Viminale ed enti locali sono alla ricerca di sedi alternative per le urne del 20 e 21 settembre, quando gli italiani saranno chiamati al voto per il referendum sul numero dei parlamentari e, in sei Regioni, per il cambio di amministrazione. Qualora non si dovessero trovare questi spazi, secondo Azzolina, si perderanno soltanto due giorni, “non una settimana intera”.
Rispetto ai banchi la ministra conferma che arriveranno, sulla base delle esigenze espresse dai presidi per 2,5 milioni di pezzi. E anche se i dirigenti scolastici sono preoccupati dai tempi stretti, il bando, ricorda la Azzolina, è europeo: “Presto sapremo i nomi delle aziende coinvolte”.
“Basta attacchi, servono solo a terrorizzare le famiglie”, dice, tendendo la mano alle opposizioni: “Lavoriamo insieme, meno propaganda c’è, più faremo contente le famiglie”, dice.
Altro nodo è il concorso per i docenti precari. Se le opposizioni chiedono la stabilizzazione di quelli esistenti, senza passare da nuovi concorsi, lei la pensa diversamente. “Le cattedre scoperte sono un problema atavico della scuola italiana, perché si è sempre mancato di programmazione. Io devo sapere da qui a 10 anni quanti docenti vanno in pensione, in quali province”. Ad oggi i concorsi attivati coprirebbero 78mila posti. “Il Quirinale mi sostiene ad andare avanti, perche’ agiamo nel rispetto della Costituzione”, dice. L’assunzione per titoli, invece, “non è rispettosa della Carta italiana”.