Sondaggio Euromedia/Italpress
Il Sondaggio Euromedia/Italpress attesta che gli italiani hanno ancora paura del covid.
E’ quanto emerge da un sondaggio di Euromedia Research per Italpress.
Su un campione di mille persone intervistate, il 77% ha ammesso di avere ancora timore per la diffusione del virus.
Geograficamente i maggiori timori si riscontrano al Sud e nelle isole dove l’83,2% delle persone teme ancora la diffusione del virus.
Seguono le regioni centrali (81,3%), il Nord-ovest (75,9%) e il Nord-est (63,3%).
Per convivere in salute con il virus”, l’82,2% dice di portare sempre la mascherina nei luoghi chiusi e quando ci sono tante persone.
Il mantenimento della distanza risulta al secondo posto tra le misure di protezione preferite e, a seguire, c’è il lavaggio delle mani dopo il contatto con persone o cose e l’utilizzo continuo del gel disinfettante.
Con l’emergenza Covid-19, sono mutate anche le abitudini degli italiani.
Secondo il sondaggio, il 65% delle persone non frequenta luoghi che potrebbero essere affollati, il 44,5% non utilizza i mezzi pubblici, il 31,7% vede solo i familiari più stretti evitando assembramenti, il 20,1% non va al ristorante e il 19,8% ha deciso di non uscire di casa o comunque limitare le uscite.
Tra i giovani della fascia d’età 18-24
la maggior parte afferma di non frequentare luoghi che potrebbero essere affollati (72%), mentre soltanto il 9,8% dichiara di aver limitato le uscite. Un dato che aumenta per gli over 65: il 25,7% ha deciso di non uscire di casa o comunque di ridurre il tempo fuori dalle mura domestiche. Al Sud e nelle isole, il 25,1% sceglie di non cenare o pranzare al ristorante. Una percentuale che si riduce sensibilmente al centro (19,7%), nel nord-ovest (17,7%) e nel nordest (14,9%) del Paese.
Il 61,5% degli intervistati ritiene che l’aumento dei contagi delle ultime settimane sia dovuto principalmente al lassismo delle persone durante le vacanze e soltanto l’11,4% crede che la causa sia il mancato rispetto delle regole da parte dei gestori di locali. Il 9,3% degli intervistati, invece, sostiene che si tratti di un aumento “fisiologico” o dell’avvio della seconda ondata, mentre l’8,9% delle persone individua nei mancati controlli da parte delle istituzioni la causa di tale incremento dei casi.