Uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori, tra cui anche alcuni italiani, ha stimato da quanto tempo l’asteroide Bennu orbita nei pressi della Terra.
Nello studio, pubblicato su Nature, i ricercatori spiegano di esserci riusciti analizzando i numerosi crateri che sono presenti sulla superficie dell’asteroide. L’asteroide Bennu è quello scelto dai ricercatori della NASA per quanto riguarda l’approccio ravvicinato con la sonda OSIRIS–REx. Quest’ultima è riuscita la settimana scorsa ad atterrare sull’asteroide e sono in corso le operazioni affinché raccolga dei campioni. Questi ultimi dovrebbero poi essere riportati sulla Terra e analizzati qui sul nostro pianeta.
I ricercatori hanno usato proprio i dati raccolti dalla sonda OSIRIS-REx.
Questo nella fase durante la quale ha orbitato intorno all’oggetto ed hanno calcolato da quanto l’asteroide orbita vicino alla Terra. Già precedentemente si era teorizzato che questo; una volta faceva parte di un corpo più grande, il quale si è frantumato in pezzi più piccoli a seguito della collisione con un altro oggetto. Questo sarebbe successo quando l’asteroide madre orbitava nella cintura degli asteroidi, una fascia piena di asteroidi situata tra le orbite di Giove e di Marte. A seguito di questa forte collisione, si è formato l’asteroide che oggi vediamo e che è poi lentamente fuoriuscito dalla fascia degli asteroidi.
Durante questo viaggio è stato comunque colpito da numerosi altri oggetti, alcuni dei quali più grandi hanno provocato crateri di dimensioni ragguardevoli. Tuttavia nelle fasi più recenti l’asteroide è stato colpito anche da oggetti più piccoli; oggetti che probabilmente non lo facevano parte della cintura degli asteroidi e che hanno creato dei crateri più piccoli. E sono proprio questi crateri più piccoli ad essere stati studiati con più attenzione dai ricercatori. Questi in quanto rappresentano il momento in cui Bennu ha raggiunto la nuova orbita, quella a cui appartiene oggi. I crateri hanno un’età media di circa 1,75 milioni di anni; dunque sarebbe questo il tempo stimato da ricercatori riguardo all’orbita attuale dell’asteroide, relativamente vicina al nostro pianeta.