le conseguenze per il digitale

Covid-19, le conseguenze per il digitale secondo Ibm

 

Uno studio ha rilevato che il COVID-19 ha spinto la maggior parte degli Executive C-Suite ad accelerare la trasformazione digitale.

Lo studio, effettuato da Ibm, ha rilevato che, in seguito alla pandemia da COVID-19, quasi sei organizzazioni su dieci hanno accelerato il processo di trasformazione digitale. Barriere tradizionali come l’immaturità tecnologica e l’opposizione dei dipendenti al cambiamento sono state superate. Il 66% dei dirigenti ha affermato di essere riuscito a portare a termine le iniziative che in precedenza incontravano resistenza. Le organizzazioni intervistate mostrano maggiore consapevolezza in merito alle criticità da affrontare nel guidare la trasformazione.

Lo studio rileva un significativo scostamento tra le opinioni dei leader e quelle dei dipendenti circa l’efficacia del metodo utilizzato nell’affrontare tali lacune.

A livello globale, il 74% dei dirigenti intervistati ritiene di aver aiutato i propri dipendenti ad apprendere le competenze necessarie per lavorare in un modo nuovo. Solo il 38% dei dipendenti però concorda con questa affermazione. Inoltre, l’80% dichiara di sostenere la salute fisica ed emotiva della propria forza lavoro. Mentre solo il 46% dei dipendenti ritiene di aver ricevuto tale supporto. A livello italiano, il 71% degli intervistati ritiene di aver aiutato i propri dipendenti ad apprendere le competenze necessarie per lavorare in modo nuovo. Mentre l’82% afferma di contribuire alla salute psico-fisica della forza lavoro.

Lo studio di IBM Institute for Business Value “COVID-19 and the Future of Business”, evidenzia il proliferare di iniziative dovute alla pandemia e conseguenti difficoltà nel focalizzare le attività.

Ciò nonostante, emerge la capacità dirigenziale di indirizzare le priorità interne e strategiche aree cruciali per dare impulso all’innovazione.
Inoltre, alcuni top manager emergenti e particolarmente proattivi, intraprendono azioni volte a restare competitivi e continuare a crescere.
La discontinuità generata dalla pandemia COVID-19 ha dimostrato l’importanza di essere preparati a gestire i cambiamenti. Molti dirigenti sono chiamati a far fronte alle fluttuazioni della domanda, a sostenere i dipendenti nel lavoro a distanza. Ma anche tenere conto della necessità di ridurre i costi.

Lo studio rivela anche che la maggior parte delle organizzazioni sta modificando in modo permanente la propria strategia organizzativa.

Ad esempio, il 94% degli Executives prevede di adottare modelli di business platform-based entro il 2022. E molti aumentano la partecipazione agli ecosistemi e alle reti di partner. Mettere in atto queste nuove strategie potrebbe richiedere un’infrastruttura IT più scalabile e flessibile. Gli Executive si sono già attivati su questo fronte. Secondo la ricerca, la tecnologia cloud registrerà una crescita del 20% nei prossimi due anni. Inoltre, i dirigenti migreranno in cloud un numero sempre maggiore di attività, tra cui il customer engagement e il marketing. La pandemia COVID-19 ha causato l’interruzione di molti flussi di lavoro e di processi critici che erano al centro delle organizzazioni. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’automazione e la sicurezza informatica possono rendere i flussi di lavoro più intelligenti, reattivi e sicuri. E hanno sempre maggiore priorità secondo i top manager intervistati.

Lo studio rivela inoltre che la tecnologia AI avrà un ruolo sempre più prioritario, e registrerà un incremento del 20%.

Il 60% dei dirigenti intervistati ha già accelerato l’automazione dei processi e nel corso dei prossimi 2 anni questa riguarderà tutte le funzioni aziendali. Gli italiani prevedono di introdurre l’automazione in tutte le aree aziendali, con particolare riferimento a quella degli acquisti, dei rischi, della supply chain e della R&S.
Il 76% dei dirigenti intervistati prevede di dare la priorità alla sicurezza informatica, che duplicherà il valore rispetto all’attuale.
Si assiste a un incremento degli investimenti in cloud, AI, automazione e altre tecnologie esponenziali. Per questo, secondo IBM, è fondamentale tenere conto delle necessità di chi ne fruisce, come ad esempio i dipendenti. Garantendo un’esperienza positiva a favore di innovazione e produttività.

La sicurezza sul lavoro invece, che fino a 2 anni fa rappresentava una priorità per il 2% dei top manager italiani, è destinata ad accrescere progressivamente la sua importanza.

Se oggi è oggetto di particolare attenzione da parte del 18% dei dirigenti italiani, si prevede che nel 2022 possa arrivare al 53%. Guidare, coinvolgere e abilitare in modo nuovo la forza lavoro. Lo studio rivela anche una rinnovata attenzione verso le persone durante la pandemia, che ha portato i dipendenti a lavorare al di fuori dei contesti tradizionali e affrontare situazioni di stress e incertezza. Lo studio IBM dimostra come la pandemia abbia modificato le aspettative dei dipendenti nei confronti dei loro datori di lavoro, chiamati ad esercitare un ruolo attivo nel contribuire al benessere fisico e mentale, così come nel fornire la competenza necessaria per imparare a lavorare in modo diverso. Gli Executive collocano il benessere dei dipendenti tra le loro massime priorità.


In questo contesto secondo IBM è fondamentale la presenza di dirigenti che mettano al primo posto il benessere dei dipendenti.

I leader empatici sono in grado di incoraggiare la responsabilità personale e stimolare i dipendenti a lavorare in team, applicando metodologie Agile e di Design Thinking e strumenti e tecniche di DevOps. Le organizzazioni dovrebbero, infine, anche considerare l’adozione di un modello olistico e multimodale di sviluppo delle competenze per aiutare i dipendenti a sviluppare le abilità comportamentali e le tecniche necessarie per lavorare nella nuova normalità e promuovere una cultura dell’apprendimento continuo.

Uno degli effetti del Coronavirus è l’aumento dei consumi in bolletta.

E’ importante capire i consumi generati nella propria abitazione e gestirli al meglio nelle fasce f1 f2 f3. Importante: il costo dell’energia elettrica gioca un ruolo importante nella spesa totale in bolletta. Il costo kWh non è uguale per tutti i clienti, ma cambia in base all’offerta sottoscritta con il proprio fornitore.

 

Covid-19, le conseguenze per il digitale secondo Ibm

About Nadia Dessì

Nata e cresciuta a Carbonia, dopo il diploma in Ragioneria ho proseguito gli studi presso l'Università di Cagliari, sono Dottoressa in Scienze Politiche e specializzanda in Relazioni Internazionali. Appassionata di politica e di attualità.

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