Siamo pronti per una seconda ondata? Abbiamo più conoscenze ed armi terapeutiche per sconfiggere il Covid-19
Abbiamo creato realtà nel territorio,abbiamo tanti positivi Covid-19 e pochi malati, tra cui pochi capaci di trasmettere l’infezione. Ci sono cittadini con carica altissima e assenza di sintomi. C’è la necessità di avere tamponi rapidi.
Tra le azioni efficaci: contact tracing, mascherine, quarantena, distanziamento sociale. Abbiamo terapie efficaci, anche se non specifiche. Queste sono alcune delle tematiche che si sono discusse durante il webinar “COVID-19 Seconda ondata. Quali azioni e quali terapie sono efficaci?”,
organizzato da MOTORE SANITÀ, che ha visto la partecipazione dei massimi esperti sul tema del panorama italiano, ecco il parere dei clinici.
I tamponi
“Abbiamo 4 tipologie di tamponi per il Covid-19: 2 sono di routine, naso gola che ha standard del 100%. Poi abbiamo antigenici che hanno scopo screening, sempre rino faringei che però hanno poca efficacia laddove la carica è bassa.
Importante è sapere che va utilizzato, ma che ha limiti. Poi ci sono i salivari, uno molecolare e uno antigenico. Ma il virus Covid-19 non alberga nella saliva, va fatto bene ricordando che quello molecolare ha una efficacia migliore.
Abbiamo tamponi diversi e se li usiamo bene faremo un ottimo lavoro, se invece non li usiamo bene si faranno macroscopici errori” ha dichiarato Carlo Federico Perno, Direttore Microbiologia Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù Roma
“I farmaci antivirali non vanno testati nell’ospedalizzazione, vanno usati quando il virus sta crescendo e non dopo. Se si deve fare una terapia antibiotica si devono usare farmaci ad ampio spettro. Ci sono riflessioni
farmacodinamiche da fare, non si deve lasciare la scelta dei medicinali al singolo medico, ma ci deve essere una linea guida”, ha detto Piero Sestili, Professore di Farmacologia Università di Urbino
Il vaccino
“Per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale, siamo disponibili a supportare i medici di base. Anche nel momento dell’emergenza la farmacia rappresenta un presidio sanitario di prossimità sul territorio, facilmente raggiungibile, e un punto di riferimento per il cittadino.
All’estero il farmacista può somministrare il vaccino, in Italia no. Noi ci siamo resi disponibili, ricordando che per ottenerlo in farmacia bisogna avere la prescrizione del medico. Per far fronte alla domanda della popolazione attiva vanno rimodulate le quote dei vaccini acquisiti dalle Regioni, alcuni governatori lo hanno fatto. Servono 2 milioni di dosi. Speriamo che AIFA ne autorizzi anche l’importazione dall’estero”, ha sottolineato Roberto Tobia, Segretario Nazionale Federfarma.