Scoperti neuroni nel cervello vetrificato di una vittima dell’ eruzione del 79 d.C. : lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Plos One
I ricercatori della Federico II, del CNR, del CEINGE-Biotecnologie Avanzate, delle Università Roma Tre e Statale di Milano hanno effettuato lo studio. PLOS ONE ha pubblicato i risultati. Essa è autorevole rivista scientifica americana. Ha rivelato l’ eccezionale scoperta di neuroni umani da una vittima dell’ eruzione che nel 79 d.C.. Quest’ ultima seppellì Ercolano, Pompei e l’ intera area vesuviana fino a 20 km di distanza dal vulcano.
Pier Paolo Petrone– responsabile di Antropologia Forense dell’ Università di Napoli Federico II- ha diretto i lavori. Con lui Francesco Sirano, Direttore del Parco Archeologico di Ercolano. Della squadra anche Maria Giuseppina Miano, neurogenetista presso l’ Istituto di Genetica e Biofisica e ad altri ricercatori. Una grande squadra.
Una scoperta italiana
La scoperta è tutta italiana.
“Il rinvenimento di neuroni in resti umani antichi è un evento insolito” spiega Petrone. Poi aggiunge “ma ciò che è estremamente raro è la preservazione integrale di strutture neuronali di un sistema nervoso centrale di 2000 anni fa.”
L’ eruzione ha permesso la conservazione di resti biologici anche umani. La straordinaria scoperta dei neuroni ha potuto contare sulle tecniche più innovative dell’ Università di Roma Tre. Le indagini sulle vittime dell’ eruzione proseguono in sintonia tra i vari ambiti della ricerca.
Questi e altri risultati delle indagini in corso a Ercolano stanno via via riportando alla luce particolari mai prima messi in evidenza. E’ indubbia la fondamentale importanza che questo sito ancora oggi ha non solo in Italia ma in tutto il mondo. I risultati di questo studio sono straordinari in quanto hanno coinvolto materie e persone distanti tra loro anni luce. Esse hanno collaborato per l’ occasione fianco a fianco. Un’ altra conquista.