Pesci dovettero adattarsi a terraferma a causa di enormi maree 400 milioni di anni fa.
Usando complessi modelli matematici per simulare le maree della Terra avvenute circa 400 milioni di anni fa. Un team di ricercatori provenienti dal Regno Unito e dall’Università di Uppsala giunge alla conclusione che le stesse maree terrestri potrebbero aver dato il via all’evoluzione dei pesci ossei. E i vertebrati terrestri e alla stessa evoluzione dei primi animali sulla terraferma.
Durante la storia della Terra, infatti, come spiega Per Ahlberg, un professore di biologia ad Uppsala ed uno degli autori dello studio, ci sono state diverse fasi.
In cui le maree sono state più prominenti rispetto ad altre. Ad esempio nel tardo siluriano e nel primo devoniano ci sono state maree molto grandi.
In questo periodo, tra 420 e 380 milioni di anni fa, la Terra era diversa da come è oggi. Non c’erano i continenti che possiamo vedere oggi ma c’era un enorme raggruppamento delle masse terrestri. Nell’emisfero meridionale spiccava Gondwana, un enorme continente che vedeva a nord un altro continente noto come Laurussia. Tra questi due grandi continenti c’erano poi altre piccole masse continentali minori.
In quel periodo, il giorno durava solo 21 ore in quanto la Terra ruotava più velocemente sul proprio asse e la Luna era più vicina alla Terra mentre la vita si trovava ancora solo nei mari.
Tuttavia, durante il devoniano, ci fu una enorme diversificazione degli animali marini e ad emergere furono i pesci ossuti, antenati dei vertebrati terrestri. Questi furono i primi a sviluppare organi come i polmoni e furono i primi a cominciare a frequentare la terraferma.
Già in passato alcune teorie hanno spiegato che a favorire la “frequentazione” da parte di questi animali marini della terraferma furono proprio le maree. Durante le maree più estese, i pesci si trovavano spesso isolati in vere proprie pozze d’acqua. Ed è proprio in ambienti come questi che devono aver sviluppato i polmoni e, al posto delle pinne, zampe anteriori e posteriori.
I ricercatori hanno voluto testare proprio questa teoria eseguendo complesse simulazioni e considerando vari fattori tra cui la posizione dei continenti, la stessa distanza della luna dalla Terra, la durata del giorno terrestre, la forza di gravità del pianeta e altre proprietà fisiche del mare.