Proseguono gli appuntamenti con il “Teatro d’Autore”:in scena Mario Faticoni, decano del teatro sardo, per la lettura di Servabo
Organizzato da Il crogiuolo a Casa Saddi, in via Enrico Toti 24, venerdì 23 ottobre 2020,ore 21, andrà in scena Mario Faticoni, per il “Teatro d’ Auore”. Quest’ultimo, decano del teatro sardo sarà accompagnato dalla fisarmonica di Antonello Carta, per una lettura del “Servabo” di Luigi Pintor.
Prenotazioni al numero 3348821892
Le parole di Mario Faticoni
«Scritta sotto il ritratto di un antenato mi colpì, quand’ero piccolissimo, una misteriosa parola latina: servabo. Può voler dire conserverò, terrò in serbo, terrò fede, o anche servirò, sarò utile». Queste parole, che spiegano il titolo del libro, riassumono anche il significato di cinquant’anni di vita. Inoltre, raccontata «per riordinare nella fantasia dei conti che non tornano nella realtà».
Omaggio a mezzo secolo di storia che volge al tramonto, quest’autobiografia rivela un volto dell’autore che ai più risulterà inedito. Perché, è quello di un uomo per il quale la politica è innanzitutto un’esperienza etica profonda e il riflesso di un’intensità intellettuale e umana che poteva esprimersi (come qui si esprime) anche col linguaggio di una scrittura letteraria di rara qualità.
Dai ricordi della prima giovinezza all’esperienza della guerra, che ha deciso del suo futuro e formato il suo modo di agire «politico»; dagli entusiasmi alle prove più dure anche della vita privata, la sorvegliatissima confessione dell’autore, particolarmente difesa col pudore e quasi col silenzio proprio là dove ci aspetteremmo la rivelazione di fatti che hanno avuto una grande incidenza pubblica, ci offre il ritratto di un uomo sempre fedele a se stesso e portato a filtrare con l’orgoglio dell’ironia le riuscite e le sconfitte.
La storia dell’autore di Servabo
Luigi Pintor (1925-2003), nato a Roma ma di origine sarda, sin da giovanissimo milita nel Partito comunista e partecipa alla Resistenza. Nel 1946 entra nella redazione dell’«Unità» e vi lavora fino al 1965 divenendone anche condirettore. Invece, nel 1968 è eletto deputato del Pci e nel 1969 con alcuni compagni fonda «il manifesto», movimento e rivista mensile fortemente critici nei confronti della dirigenza del partito che lo radia con altri dissidenti. Il manifesto diventa un quotidiano e Pintor ne assume la direzione che con alcuni intervalli manterrà fino al 1995. Nel 1987 viene rieletto deputato come indipendente nelle liste comuniste. Ha continuato fino alla fine a collaborare al «manifesto».