La Camera ha approvato la legge per contrastare l’omotransfobia, la misoginia e le violenze contro le persone disabili. I sì sono stati 265, i no 193, gli astenuti 1.
Omotransfobia: Perchè la legge è importante
Il percorso legislativo che ha caratterizzato la tutela delle libertà personali parte con la Legge Mancino del 75. Questa affronta le questioni legate per esempio a religione, etnia e nazionalità. È innegabile come l’orientamento sessuale e l’identità di genere siano anch’esse caratteristiche personali soggette a discriminazioni su tutti i livelli, dal sociale all’istituzionale ed è per questo che è necessario avre una legge contro l’omolesbobitransfobia.
Il 74% dei ragazzi omosessuali tra 13 e 26 anni racconta di aver subito almeno un episodio di bullismo omofobico o di discriminazione. E di questi il 36% è avvenuto a scuola. L’Italia, secondo l’indice Trans Murder Monitoring di Transrespect versus Transphobia Worldwide, è al primo posto in Europa per numero di vittime di omotransfobia.
Quindi, lo scopo della legge è la prevenzione dei fenomeni lesbofobici e di omotransfobia. Da una parte tramite l’estensione dei reati d’odio (istigazione a delinquere e o atti di violenza). Ma, anche all’orientamento sessuale, all’identità di genere e al genere. Mentre dall’altra tramite una serie di proposte attive che educhino e sensibilizzino al rispetto verso tutte e tutti. Proprio per sviluppare tali obiettivi il testo approvato dalla Commissione Giustizia della Camera è composto da due parti principali.
Cosa prevede la legge?
I primi due articoli del ddl Zan introducono l’orientamento, il genere sessuale e l’abilismo negli articoli del codice penale. Il 604 bis e ter, che puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione. Il terzo, il più importante, modifica il decreto legge 122 del 1993, la cosiddetta legge Mancino.
All’articolo 1, la legge Mancino prevede il carcere per «chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Il decreto legge Zan la estende ai reati di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo. Includendo anche il genere, il decreto di legge Zan estende la legge Mancino anche alla violenza esercitata sulle donne in quanto donne, prevista già da alcune leggi come quella sul femminicidio.
Negli articoli successivi viene estesa la condizione di «particolare vulnerabilità». Inoltre, viene istituita la giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia per promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Poi, è prevista una ulteriore dotazione di 4 milioni di euro per il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Infine, si prevede che l’Istat realizzi almeno ogni tre anni una rilevazione che possa essere utile a pensare e attuare politiche di contrasto alla discriminazione e alla violenza.