Un ricordo del 2 novembre 2000 cioè da quando la ISS, in orbita intorno alla Terra, ospita gli astronauti: la canzone di David Bowie cantata dal colonnello canadese Chris Hadfield.
Gli astronauti che in 20 anni si sono susseguiti sulla Stazione Spaziale Internazionale, tranne rare attività extraveicolari, vivono in costante clausura in un ambiente che negli anni si è ampliato ma non arriverà mai a essere confortevole. Non esiste un sotto e un sopra, non esistono neanche giorno e notte: il Sole mediamente sorge e tramonta 16 volte nelle 24 ore. Nelle ore notturne, determinate dal Coordinated Universal Time, l’UTC che coincide con l’ora di Greenwich, le finestre della stazione vengono semplicemente coperte. Così, per dare una parvenza di normalità. Il lavoro è tanto, a seconda dei diversi obiettivi missione, pare 10 ore al giorno tranne che il sabato quando se ne lavora 5. Ma il lavoro è una manna, perché molto altro da fare non c’è. Se non occuparsi di sé e del proprio fisico, sottoposto agli effetti dell’assenza di peso.
Riduzione della massa muscolare, riduzione delle ossa, indebolimento del sistema immunitario. Anche disturbi del sonno ed eccesso di flatulenza. Esistono per questo due tapis roulant e una cyclette. Ma non c’è una doccia sulla Iss: ci si lava con salviette umidificate, un getto d’acqua, e il dentifricio è commestibile, così si risparmia liquido prezioso. Si mangia molto cibo piccante, perché anche il gusto è ridotto quando ci si trova in orbita e servono sapori forti È così che l’uomo sta imparando a vivere nello spazio, dal 2 novembre 2000.
L’immagine che però tocca le corde più intime di questa vita.
L’immagine che però tocca le corde più intime di questa vita dell’uomo nello spazio non è quella dei cinque italiani che si sono alternati a bordo della Stazione (Samantha Cristoforetti, Umberto Guidoni, Paolo Nespoli, Luca Parmitano e Roberto Vittori). No, è quella di un colonnello canadese, Chris Hadfield. Che l’ultimo giorno della sua missione sulla Iss ha registrato un video con ben pochi emuli. Era il 12 maggio 2013 e Hadfield ha cantato in orbita Space Oddity di David Bowie. Cambiando una strofa: «Planet Earth is blue and there’s nothing left to do».
La Stazione Spaziale Internazionale.
La Stazione Spaziale Internazionale è una stazione spaziale in orbita terrestre bassa, dedicata alla ricerca scientifica e gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali; la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA (con tutte le agenzie spaziali correlate), la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC. La struttura della stazione, con i suoi oltre cento metri di intelaiatura, copre un’area maggiore di qualsiasi altra stazione spaziale precedente; tanto da renderla visibile dalla Terra a occhio nudo. Le sezioni di cui è composta sono gestite da centri di controllo missione a terra, resi operativi dalle agenzie spaziali che partecipano al progetto. Viaggia a una velocità media di 27600 km/h, completando 15,5 orbite al giorno e viene mantenuta in orbita a un’altitudine compresa tra 330 e 410 km dal livello del mare.
Fin dal 2 novembre 2000 è abitata continuativamente da un equipaggio variabile tra 2 e 6 astronauti. Nel tempo l’equipaggio è stato sostituito varie volte ed alcuni astronauti sono tornati più volte sulla ISS. La costruzione della ISS è iniziata a partire dal 1998, ed era stato previsto il completamento entro il 2017; dovrebbe restare in funzione fino al 2024, data prevista per il raggiungimento degli obiettivi scientifici, per poi essere smantellata, distrutta o riutilizzata parzialmente entro il 2028, però la NASA ha avviato un processo di privatizzazione che permetterà alla Iss di “sopravvivere” per altri anni.