Il 16 novembre ricorre il 10° anniversario dal riconoscimento della Dieta Mediterranea come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”
Il 16 novembre ricorre il 10° anniversario dal riconoscimento della Dieta Mediterranea come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” da parte dell’Unesco. Eppure, anche in Italia, ci stiamo allontanando da questo modello alimentare, tanto che il numero di italiani obesi o in sovrappeso risulta elevato: lo è il 25% dei minori e il 46% degli adulti.
Obesità e sovrappeso gravano sul nostro stato di salute. L’adozione regolare di questo regime alimentare incide in modo determinante sulla longevità, con un impatto paragonabile alla differenza che si osserva tra fumatori e non fumatori. Dieta Mediterranea vuole anche dire conoscenza e messa in pratica della sostenibilità. Gli alimenti che dovremmo consumare con più frequenza sono quelli tipici della nostra tradizione culinaria che, al tempo stesso hanno anche un minore impatto ambientale
Secondo le stime più recenti, nel nostro Paese un minore su quattro è in sovrappeso o obeso. Tra gli adulti la quota quasi raddoppia (46,1%). Sovrappeso e obesità, seppur in diminuzione negli ultimi anni, continuano a incidere fortemente sullo stato di salute dei nostri connazionali. Tanto che il 91% dei decessi nel nostro Paese è dovuto a malattie non trasmissibili. Trai vari fattori, anche da scelte che facciamo a tavola (oltre 3 milioni di persone convivono col diabete, mentre il 44% dei decessi dipende da malattie cardiovascolari). Numeri che denunciano un allontanamento da una dieta sana e bilanciata in favore di condotte alimentari poco salutari.
La dieta Meditteranea
Inoltre la Fondazione Barilla riporta al centro del dibattito proprio in occasione del 10° compleanno della Dieta Mediterranea, che ricorre il prossimo 16 novembre. La Dieta Mediterranea, infatti, è universalmente associata alla prevenzione di malattie croniche non trasmissibili. Dal diabete alle malattie cardiovascolari, ed è un modello alimentare in grado di incidere in modo determinante sulla longevità. Soprattutto con un impatto paragonabile alla differenza che si osserva tra fumatori e non fumatori. In termini di aspettativa di vita si traduce in circa 4,5 anni di vita in più.
Le nostre scelte alimentari, inoltre, hanno un impatto anche sull’ambiente, visto che fino al 37% delle emissioni globali di gas serra provengono dai nostri sistemi alimentari, dal campo alla tavola. Mangiare, infatti, è l’atto conclusivo di un processo che coinvolge la gestione dei terreni, delle foreste e delle acque, l’agricoltura, l’allevamento e la pesca. Inoltre, richiede un grande utilizzo di energia e di acqua potabile di cui spesso non siamo consapevoli. E, in questo senso, la Doppia Piramide Alimentare e Ambientale ideata dalla Fondazione Barilla rappresenta una “guida” per dimostrare la strettissima relazione tra due aspetti di ogni alimento: il valore nutrizionale e l’impatto ambientale generato. Questo strumento illustra come gli alimenti a minore impatto ambientale siano anche quelli alla base della Dieta Mediterranea, come ortaggi, frutta, olio extravergine di oliva, frutta secca, cereali integrali, legumi, consigliati dai nutrizionisti per la nostra salute.