Il grosso rover di Mars 2020 dovrà presto toccare il suolo del pianeta rosso per dare il via alla sua missione scientifica
Salpato lo scorso luglio per il suo lungo viaggio verso il pianeta rosso, Perseverance e il suo team si preparano al suo arrivo, previsto per il 18 febbraio. Nulla può essere lasciato al caso affinché le ruote del rover possano toccare in sicurezza il suolo marziano e avviare il fittissimo programma di esplorazione che lo attende.
In attesa dell’inizio della discesa, che sicuramente nelle sue ultime fasi lascerà tutti col fiato sospeso, gli ingegneri della Nasa hanno messo a punto e testato ogni step per Perseverance, dall’ingresso nell’atmosfera marziana alla discesa, fino all’ammartaggio vero e proprio. Protagonista indiscusso, l’enorme paracadute che rallenterà la velocità della caduta, messo alla prova dai ricercatori presso la più grande galleria del vento del mondo.
Marte
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole. Visibile a occhio nudo ed è l’ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Chiamato pianeta rosso per via del suo colore caratteristico causato dalla grande quantità di ossido di ferro che lo ricopre, Marte prende il nome dall’omonima divinità della mitologia romanae il suo simbolo astronomico è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del dio.
La superficie del pianeta appare fortemente craterizzata, a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (principalmente, l’attività geologica, atmosferica e idrosferica) . Inoltre, dalla totale assenza di attività tettonica delle placche capace di formare e poi modellare le strutture tettoniche.La bassissima densità dell’atmosfera non è poi in grado di consumare buona parte delle meteore. Pertanto raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
All’osservazione diretta, Marte presenta variazioni di colore, imputate storicamente alla presenza di vegetazione stagionale. Si modificano al variare dei periodi dell’anno. Ma successive osservazioni spettroscopiche dell’atmosfera hanno da tempo fatto abbandonare l’ipotesi che vi potessero essere mari, canali e fiumi oppure un’atmosfera sufficientemente densa. La smentita finale arrivò dalla missione Mariner 4. Infatti, nel 1965 mostrò un pianeta desertico e arido, animato da tempeste di sabbia periodiche e particolarmente violente. Missioni più recenti hanno evidenziato la presenza di acqua ghiacciata.