Una piramide

Una piramide babilonese in Sardegna

Il sito di Monte D’Accoddi si rivela uno dei più straordinari misteri dell’archeologia moderna

Una piramide babilonese in Sardegna. A poca distanza da Porto Torres, nella Sardegna Nord-occidentale, sorge un vero e proprio unicum tra le vestigia in territorio sardo.

La piramide

Si tratta di una struttura piramidale, l’Altare Preistorico (o Megalitico) di Monte D’Accoddi. Che non ha effettivamente uguali in Europa, e per le sue forme e misure viene da sempre assimilata a una ziqqurat babilonese. Vi è infatti una grande rampa frontale per l’accesso alla parte più elevata. L’intera area archeologica, di svariate decine di chilometri quadrati, presenta inoltre architetture megalitiche più o meno coeve. Il complesso di monte d’Accoddi è di età preistorica, risalente almeno al IV millennio a.C. ed è formato da una serie di strutture di tipo cultuale. Di cui esistono tracce chiare nei dintorni del grande altare.

Gli scavi e ciò che hanno dato alla luce

Una piramide babilonese: da quanto è emerso dagli scavi il grande megalite di Monte D’Accoddi fu costruito a tronco di piramide. Nella forma originale presentava un enorme altare su cui officiare sacrifici, di cui rimangono tracce di pareti intonacate dipinte di vernice color ocra. Nel corso della sua storia la piramide fu a più riprese abbandonata e ricostruita. Intorno al III millennio a. C. venne costruita sopra un’altra piramide, con grossi massi lavorati di calcare che le diedero la forma a noi nota.

Nuovi studi e nuovi ordinamenti

Malgrado l’iniziale scetticismo degli studiosi tradizionali, un team di scienziati guidati dal ben conosciuto prof. Giulio Magli, ha indagato le misure e l’orientamento della piramide. Sono emerse affinità con le costruzioni egizie e Maya. Guardando dalla sommità della piramide il grande menhir verso sud est si vedono i “punti d’arresto” di Luna, Sole e Venere. Ossia i punti in cui all’orizzonte si arrestano questi tre astri. I quali non risentendo del fenomeno noto come precessione degli equinozi, si possono osservare più o meno nelle stesse aree celesti in cui stazionavano ai tempi della costruzione.

L’ipotesi di Eugenio Muroni

Una piramide babilonese: molto interessante l’ipotesi avanzata dall’astrofilo Eugenio Muroni secondo cui l’altare di Monte D’Accoddi sarebbe stato orientato verso la costellazione della Croce del Sud. Ora non visibile a causa  della precessione degli equinozi. Cinquemila anni fa, tuttavia, la Croce del Sud era visibile a queste latitudini e la teoria sembra ricevere un sostegno dal fatto che una stele a nord del monumento presenta una Dea Madre a forma di croce. Non con la consueta forma umana. 

Camminare sulla piramide dona un’ebbrezza insolita, acuita dalla sensazione di trovarsi su qualcosa di unico e prezioso e di cui tuttavia fondamentalmente non si sa nulla. Come si sa poco sulla civiltà dei megaliti che l’ha costruita e ha lasciato tracce in tutta Europa. 

L’omphalos

Intorno alla piramide vi sono altre strutture. L’Omphalos, o ombelico del mondo, la grande pietra tonda visibile nell’immagine, è stata portata nella sua odierna posizione vari anni fa. Fu ritrovata nel campo vicino dove ancora vi sono elementi megalitici, sui quali non sono stati fatti studi approfonditi. 

 

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