Cagliari nona nella classifica delle città più digitali d’Italia. È il risultato ottenuto dal capoluogo sardo. In ICity Rank 2020. Il rapporto sulle città italiane intelligenti e sostenibili realizzato da Fpa. Società del gruppo Digital360. Presentato oggi in occasione di Forum Pa Città, evento organizzato in collaborazione con EnelX.
Cagliari, con il nono posto in classifica, è la prima città del Sud. In Sardegna, però, Carbonia e Nuoro chiudono nelle ultime posizioni. Sette delle prime dieci classificate sono città metropolitane, ed altre tre si collocano tra le prime 20.
Le città di maggiori dimensioni – spiega il report – evidenziano una marcia in più in termini di risorse finanziarie e di competenze gestionali disponibili o reperibili per la trasformazione digitale.
Nell’emergenza Covid le metropoli hanno dimostrato di saperle utilizzare accelerando processi di trasformazione digitale che, in molti casi, erano già in corso. Firenze è il capoluogo più digitale d’Italia, sul podio insieme a Bologna (seconda) e Milano (terza), seguite da Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia.
Con digitale o numerico, in informatica ed elettronica, ci si riferisce a tutto ciò che viene rappresentato con numeri o che opera manipolando numeri, contrapposto all’analogico.
La vita in città fuori dall’Italia
Non soddisfa le crescenti aspettative dei cittadini nell’era digitale. Secondo il report del Capgemini Research Institute, molti cittadini sono pronti a trasferirsi in una più evoluta dal punto di vista digitale.
Lo studio, al quale hanno contribuito 10.000 cittadini e oltre 300 funzionari comunali di 58 città in 10 paesi, evidenzia che in media il 40% dei residenti potrebbe lasciare la propria città a causa di una serie di punti di debolezza, tra cui un sentimento di delusione legato ai mancati avanzamenti in ambito digitale.
Il report dal titolo “Street Smart: Putting the citizen at the center of smart city initiatives”, evidenzia che più della metà dei cittadini (58%) ritiene che le smart city siano sostenibili e che assicurino una migliore qualità dei servizi (57%).