Le Nazioni Unite questa mattina hanno riconosciuto ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis in un voto espresso a Vienna
Il voto è espresso dagli Stati Membri nel corso della Commissione droghe delle Nazioni unite.
In agenda c’era il voto su sei raccomandazioni che l‘Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms), adottò qualche anno fa. Volevano ricollocare la cannabis all’interno delle quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità. La cannabis viene quindi tolta dalla lista delle sostanze ritenute più pericolose.
Una decisione di portata globale
La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici“, ha detto Marco Perduca. Colui che lavora per l’Associazione Luca Coscioni. L’associazione è inoltre attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, in cui Marco Perduca coordina la campagna ‘Legalizziamo!‘.
“Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale“, aggiunge Perduca.
Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all’Unione Europea votano a favore, compresa l’Italia. Votano ‘no’ l’Ungheria e le Americhe. Questo cambiamento faciliterà la ricerca scientifica sulla la cannabis. La pianta è inoltre per di più nota per i benefici nella cura del morbo di Parkinson. Aiuta anche la sclerosi, l’epilessia, il dolore cronico e il cancro.
Cannabis, in Italia è legale per scopi medici: come viene utilizzata
In Italia esistono diversi farmaci a base di cannabis. Contengono diverse percentuali di molecole della pianta,. Questa pianta è considerata un fitoterapico e legalizzata per l’uso terapeutico a partire dal 2006.
I preparati oggi in uso nel nostro Paese seguono una coltivazione che non utilizza pesticidi. Viene seguita in serre controllate e regolamentate dallo Stato. Perciò, tutte le piante provengono da selezioni che consentono di ottenere un prodotto standard di cui si conosce l’esatta composizione.
In conclusione, gli studi sull’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di alcune patologie sono ancora ai primi stadi di ricerca. La letteratura scientifica conferma che l’effetto di questo principio è attivo per il controllo della nausea e dell’appetito nei pazienti oncologici sottoposti alla chemioterapia.