Uno studio assai ai limiti della scienza: trovare il vero creatore dell’universo.
Ci sono ancora oggi dei dibattiti su questo argomento.
Discipline come filosofia, teologia o la scienza non si fermano. La scienza non si ferma, in questo caso.
Un astrofisico dell’Osservatorio Sonneberg in Germania ha tentato di trovare le tracce, nella radiazione cosmica di fondo, di un creatore dell’universo.
Nello studio dichiara di non aver trovato alcuna traccia che possa essere riconducibile ad una entità.
Tutto è nato nel 2005.
Quando due fisici proposero che, se l’universo fosse stato davvero creato da un’entità, forse si potrebbero intercettare le sue tracce nella radiazione di fondo dell’universo.
Si tratta di tracce che si sono diffuse nel cosmo insieme alla luce quando si presentò per la prima volta nell’universo.
Che cos’è la radiazione cosmica di fondo
La radiazione cosmica a microonde è considerata come una “reliquia” dell’universo primordiale.
Si tratta di una radiazione elettromagnetica omogenea, che si propaga in ogni direzione del nostro universo.
E il cui picco di emissione è intercettabile nel campo delle microonde.
È considerata la traccia della prima luce rilevabile nell’universo, quindi rilevabile ancora oggi.
Fu scoperta nel 1964 ed è considerata come una delle prove più schiaccianti della teoria del big bang.
Un probabile messaggio binario
Secondo i due fisici Anthony Zee dell’Università della California e Stephen Hsu dell’Università dell’Oregon, nelle variazioni di temperatura della radiazione di fondo potrebbe essere presente una sorta di messaggio binario codificato.
L’esistenza di un messaggio del genere sarebbe la prova dell’esistenza di un essere superiore al cosmo stesso.
Un creatore dell’intero universo, il vero creatore.
Vorrebbe, inoltre dire, che l’universo stesso sarebbe stato creato in modo premeditato.
Tale messaggio codificato delle variazioni di temperatura di questa debole radiazione onnipresente, sarebbe identico per tutti gli osservatori dell’intero universo.
Nuovo studio: due problemi
Ora, l’astrofisico Michael Hippke ha tentato di trovare questo codice nascosto, ma ha rilevato subito dei problemi.
Innanzitutto, la radiazione di fondo si sta raffreddando: iniziò a propagarsi con una temperatura di 3000° kelvin, oggi ha una temperatura di 2,7° kelvin.
Ciò significa che tra qualche miliardo di anni questa stessa radiazione praticamente non sarà più rilevabile.
Inoltre, è improbabile che questa radiazione di fondo appaia sempre allo stesso modo a osservatori diversi in luoghi diversi dell’universo.
Utilizzo bit, il linguaggio informatico
Il ricercatore ha comunque analizzato le fluttuazioni di temperatura della radiazione cosmica di fondo trasformandole in flussi di bit.
In pratica ha assegnato un 1 ai residui di temperatura positivi e uno 0 a quelli negativi. Ne è risultata una sequenza.
Alla fine non trovava alcun messaggio significativo.
Infatti, non esiste un messaggio codificato sotto forma di bit nella radiazione cosmica di fondo.
La radiazione cosmica di fondo, traccia di un universo primordiale
Ciò non vuol dire che non esista un creatore, e neanche che non esista un messaggio in questa radiazione.
E questi risultati non colpiscono neanche la teoria secondo la quale viviamo in una simulazione, come spiega Hippke nelle conclusioni dello studio.
In ogni caso, la radiazione cosmica di fondo resta una delle tracce più incredibili dell’universo primordiale.
E in futuro ci potranno essere nuove scoperte.