Hanno concluso lo shopping natalizio piu’ di nove italiani su dieci (92%) che hanno deciso quest’anno di fare regali.
E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ in occasione dell’ultimo weekend prima del Natale segnato quest’anno dalle nuove chiusure previste per zone arancioni e rosse. Solo una minoranza degli italiani infatti – sottolinea la Coldiretti – ha deciso di aspettare i giorni che precedono il Natale.
Si segnala quest’anno anche una maggiore attenzione al prezzo con un italiano su tre che ha dichiarato di approfittare degli sconti del periodo. Si fa lo slalom tra negozi fisici ed internet per gli acquisti di Natale sulla base dei dati Deloitte. Per lo shopping il 32% degli acquisti è peraltro pagato dagli italiani con la moneta elettronica spinta dalle preoccupazioni per il contagio da Covid. Oltre che dalle ultime misure varate per favorire l’uso di bancomat e carte di credito.
A pesare in Italia è l’effetto congiunto dell’operazione cashback insieme al boom degli acquisti in rete. Nonostante l’emergenza per Natale pero’ il 62% degli italiani ha dichiarato di scegliere i negozi fisici come la principale meta per lo shopping natalizio. A fronte di un 38% che predilige l’online. In particolare lo shopping nei negozi è considerato migliore per le categorie di prodotto più discrezionali. Questi prodotti richiedono maggiore attenzione nella selezione e anche un servizio di consulenza.
Stiamo parlando di enogastronomia (84%), personal luxury goods (75%) e home décor e mobili (72%). Per il cibo si registra quest’anno in realtà una polarizzazione nei comportamenti di acquisto con il boom dei discount e dei cibi low cost. Ma anche la ricerca di prodotti del territorio di alta qualità da prendere direttamente dal produttore nei mercati o nelle fattorie degli agricoltori di Campagna Amica. Lì dove spesso si realizzano show cooking degli agrichef per aiutare la riscoperta delle ricette natalizie della tradizione. Una scelta – conclude la Coldiretti – sostenuta dalla preferenza accordata all’acquisto di regali Made in Italy anche per aiutare l’economia nazionale. Che garantisce maggiori opportunità di lavoro a sostegno della ripresa in un momento di grande difficoltà.