Per l’appuntamento di librando oggi è con noi Alessandro pilloni col suo romanzo antabuse presentato il 19 marzo di quest’anno alla ex vetreria di Pirri ed edito dalla riflessione di Davide Zedda.
Antabuse è il secondo romanzo di Alessandro pilloni che oltre che scrittore è assistente sociale, nel 2002 infatti ha pubblicato il regalo tratto dall’omonima sceneggiatura del cortometraggio diretto dal regista Peter marcias con il quale ha sceneggiato anche per i corti la recita è l’alba tra il 2000 e il 2002.
Di cosa parla il tuo nuovo romanzo Antabuse?
E’ una Favola Moderna, un ambientazione contemporanea per una storia Corale con diversi protagonisti diversi personaggi che si passano l’un l’altro il testimone e le loro storie si intrecciano per poi ad un certo punto arrivare ha un finale comune che ha proprio perché è una favola un lieto fine, una Redenzione che raggiungono tutti i personaggi che partono da una situazione di svantaggio e di colpa e poi giungono appunto grazie al loro intrecciarsi e al loro rapportarsi a una Redenzione finale.
I personaggi?
Alessandro è orfano di padre, frequenta una banda di aspiranti teppisti, ha sedici anni, una madre alcolizzata, un nonno ricco, potente e misterioso. E lo odia. Tommaso ha undici anni, vive in una casa famiglia, parla poco ed ha il terrore di essere toccato. Porta sempre con sé un quaderno, su tutte le pagine fa un disegno. Sempre uguale. Sempre lo stesso. Su ogni pagina. Cristian ha sette anni, e ama i cani alla follia. L‘uomo misterioso vive dentro il bosco, vorrebbe uscire ma non può, e non ricorda nemmeno il proprio nome. Il cane si chiama Pasqua, e conosce una strada che senza la sua guida nessuno può percorrere.
Cosa significa il titolo antabuse ?
L’ antabuse un medicinale che viene utilizzato proprio nella terapia per il contrasto di abuso delle sostanze alcoliche e quindi è presente il collegamento con Marianna, la madre di Alessandro, però è un medicinale che viene citato poche volte in quanto non è un testo tecnico.