Associazione oristanesi: un modo per tenere uniti coloro che sono costretti a lasciare la città. Intervista a Pierpaolo Medda
Un gruppo di amici hanno trovato un modo per tenere in contatto tutte quelle persone che per lavorare, studiare sono costretti a lasciare la propria città. Al telefono con noi Pierpaolo Medda un collaboratore dell’Associazione
Come è nata appunto l’idea di questo progetto, è stato frutto di un’esperienza personale dei fondatori?
Si, alle volte, i giovani, terminano le superiori in una città come questa di Oristano o come anche in tante altre città della Sardegna, diciamo che si tende a emigrare quanto meno per gli studi sempre con la speranza di tornare alla fine.
Nel 2005 ci siamo resi conto che prima ancora di fare rientro sotto il profilo lavorativo, sul profilo professionale, si poteva magari già mettere sul campo la propria esperienza e soprattutto cercare di essere utili. Grazie a questa esperienza, la stessa città e alla stessa crescita dei giovani che invece sono rimasti ad Oristano. L’idea è nata con il sito. Quest’ultimo doveva essere una sorta di piazza multimediale così come la nostra piazza Roma che noi frequentavamo alle superiori.
Inoltre, poteva più o meno diventare interattiva, di conseguenza, per il ricettacolo di quelle che erano le esperienze di coloro che stavano a Torino, Bologna, oristanesi naturalmente. Soprattutto, partire comunque dal presupposto che non si andava da oristanesi a diventare romani, diventare torinese o diventare napoletani. Per quanto pronti ad accaparrarsi qualunque tipo di esperienza importante, si va proprio a Torino a essere oristanesi a far capire insomma cosa si poteva essere. Non solo, una volta unite queste esperienze, tornare in questa piazza virtuale a spiegarlo a raccontarle soprattutto il confrontarsi. Il nostro sito dice appunto per non perderti di vista che è quello che è stato l’obiettivo principale della dell’associazione del sito naturalmente.
Ho letto sul sito che vi occupate di giovani soprattutto, quali sono le attività che avete promosso e quali avete intenzione di proporre e soprattutto i risultati positivi o negativi come risposta da parte dei giovani ?
I risultati si possono definire positivi indubbiamente ci si aspettava una maggiore partecipazione. L’accusa che riceve spesso Oristano è quella di essere un pochino apatica. Infatti, è proprio quello che volevamo combattere. Combattendo questa apatia sostanzialmente abbiamo avuto delle buone risposte, diciamo che si poteva pretendere di più. Un esempio è la nostra proposta per la creazione della Consulta Giovanile. Noi possiamo vantarci tra virgolette di essere tra i promotori.
Nel 2006 ci fu proprio un convegno che parlava un pochino di quella che era l’esperienza degli studenti o comunque dei lavoratori che abbandonano la propria città per andare in altri posti. Tutto sommato, è stata un esperienza molto positiva. Soprattutto perché poi dopo quell’ occasione, dopo quel convegno, che fu organizzata da noi fummo invitati in tantissime altre occasioni a raccontare la nostra esperienza.