Ai microfoni di Unica Radio il dottor. Fabio Marongiu
Cellule epatiche a partire dalla placenta, è questo il nuovo studio portato avanti dall’università. La ricerca nasce fondamentalmente dall’esigenza di curare in modo alternativo le patologie legate al fegato. Gli epatociti scarseggiano e dunque dopo due anni di sperimentazione si è giunti ad un’alternativa.
Le cellule della placenta e in particolare della membrana amniotica, se isolate, sono in grado di svolgere altre funzioni. Nel caso specifico funzioni tipiche delle cellule epatiche. Il limite principale degli epatociti è la loro scarsa disponibilità, mentre la placenta è un tessuto disponibile in grande quantità perché dopo la nascita di un bambino, viene scartata. Inoltre, deriva dallo stesso zigote che poi da origine all’embrione e per questo motivo si è pensato che potesse contenere delle cellule staminali.
Si spera, in un futuro ancora lontano, di poterle utilizzare in clinica in quanto si pensa che il trapianto di epatociti possa in qualche modo fare da ponte nell’attesa di un organo disponibile. Questo aiuterebbe una gran parte dei pazienti. Si è ancora lontano da questa fase e saranno necessari ancora diversi anni di ricerca ed esperimenti a riguardo. Bisogna mettere in atto una tecnica riproducibile in tutto il mondo ed affidabile.
La ricerca sulle rigenerazione dei tessuti è fortemente ostacolata da una problematica sociale. Il mancato utilizzo delle cellule staminali purtroppo limita non di poco la ricerca in questo campo. A questo proposito il dottor Marongiu suggerisce però degli studi nei termini di possibili alternative. Il tessuto placentare ha un grandissimo potenziale, questo è dimostrato da numerosi studi. Si sono create di recente associazioni che si occupano interamente di questo tipo di ricerca, ancora poco considerata.