Lettera a un bambino mai nato: Oriana Fallaci scrive il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio
Lettera a un bambino mai nato è un libro scritto da Oriana Fallaci, pubblicato nel 1975. Il libro tratta temi quali l’aborto, la famiglia e l’amore.
Il libro – dichiarò la Fallaci – prese spunto da una richiesta dell’allora direttore dell’Europeo Tommaso Giglio. Il quale, commissionò alla giornalista un’inchiesta sull’aborto. Le diede tempo quattro mesi dandole carta bianca sui contenuti. Anziché con l’inchiesta, dopo sei mesi la giornalista tornò con un fascio di fogli contenenti il libro. Nel 1993 la stessa Fallaci ha dichiarato che il direttore non le perdonò mai questa “disobbedienza” e che per quindici giorni non le rivolse la parola.
Nell’agosto 2015 il nipote, erede dell’autrice, ha rivelato di aver trovato in un cassetto del suo appartamento newyorchese il quaderno col manoscritto originale dell’opera, col titolo inglese Letter to Neverborn Child, risalente al 1967. Quindi, la genesi dello scritto chiaramente autobiografico – l’aborto spontaneo occorso alla Fallaci – va retrodatata
I temi del libro
Lettera a un bambino mai nato non è solo commozione ma anche dramma. Quello di una donna. che aspettando un bambino, non sa di lui il nome, l’indirizzo, l’età, di cui non si conosce nulla. Solamente, il fatto che vive sola, indipendente, forte. Quest’ultima deve affrontare il dilemma se dare alla luce il proprio bambino o continuare la sua brillante carriera senza alcun ‘intoppo’.
Il monologo ha inizio proprio dal momento in cui lei scopre di essere incinta ed ecco che allora inizia a porsi innumerevoli dubbi. Basta volere un figlio per metterlo al mondo?. E se a lui non piacesse nascere?. Meglio uomo o donna?. Il monologo procede diviene quasi una confessione, una confessione di una madre forte e coraggiosa ma anche impaurita al proprio figlio. Mentre questo dramma matura entrano in scena altri personaggi. Tutti testimoni incoscienti di quel rapporto che oscilla tra la rabbia e l’amore fino ad arrivare all’accettazione di quella maternità.
Il rapporto madre e figlio nel libro
Il libro rappresenta l’emblema di un rapporto indissolubile che si crea fra una madre e il proprio figlio prima ancora che questo venga alla luce, una vita che si nutre di un’altra vita di cui non potrà mai farne a meno, di cui avrà bisogno per sempre.
La sfida più grande è affrontata da sola, da una donna spietata contro questo uomo che le chiede inizialmente di dare via il bambino, una donna che mentre si chiede se dare la vita o negarla a questo piccolo esserino che cresce dentro di sé ha già deciso proteggendolo da un padre che non lo vuole, che non intende accettare questa sfida, una donna che rifiuta l’idea di aver amato un uomo che non ama il proprio figlio. Gli altri personaggi sono solo delle comparse: il padre, appunto, l’amica, i genitori, i medici e il commendatore. Alla fine il bambino le darà a sua madre la risposta che tanto attende.