Paolo Valera è un professore associato dell’ università di Cagliari e ha condotto uno studio sulle acque in bottiglia
Il protagonista
Paolo Valera nasce a Cagliari il 28 / 02 / 1965. È ovviamente di cittadinanza italiana. Per lavoro fa il professore associato. Ha svolto il servizio militare in qualità di Ufficiale di Complemento.
Esperienze all’ estero
Frequenti e prolungati periodi di residenza (anche di un anno), prevalentemente nel Corno d’ Africa, per motivi di famiglia e di studio.
Cooperazione internazionale
Coordinatore del Protocollo di Cooperazione tra l’ Università di Lleida (Spagna) e Università di Cagliari (per cinque anni).
Coordinatore del framework agreement tra l’ Università di Addis Ababa (Etiopia) e Università di Cagliari (per cinque anni)
Dal 2009 referente per la RMEI (Réseau Méditerranéen des Écoles d’ Ingenieurs) per l’ Ateneo di Cagliari.
Il progetto
Nelle nostre acque minerali si trovano elementi chimici potenzialmente tossici come berillio, manganese, alluminio, boro, arsenico e perfino uranio. Spesso in quantità che sarebbero proibite dai parametri internazionali, ma che invece sono perfettamente in regola secondo le leggi italiane. Lo ha scoperto poi un gruppo di ricercatori italiani (Benedetto de Vivo, Annamaria Lima, Stefano Albanese, Lucia Giaccio dell’ Università Federico II di Napoli. Domenico Cicchella dell’ Università degli Studi del Sannio di Benevento. Enrico Dinelli dell’ Università di Bologna. Anche Paolo Valera dell’ Università di Cagliari). Essi inoltre fra il 2008 e il 2010 hanno partecipato a un progetto dell’ Unione Europea che mirava a conoscere lo stato delle acque sotterranee di tutta Europa.
La ricerca
Le varie attività di Paolo (sul campo, di laboratorio, informatizzazione ed elaborazione dati, ecc) hanno poi evidente riscontro nella produzione scientifica. In particolare, i due progetti EGG (European Groundwater Geochemistry) e GEMAS (Geochemical Mapping of Agricultural and Grazing Land Soil of Europe), avviati nel 2008. Essi hanno visto il coinvolgimento di numerosi Paesi europei, per la precisione 40 per il primo e 33 per il secondo.
Per l’ Italia è stata espressamente richiesta la partecipazione degli Atenei di Napoli, Bologna, Sannio e Cagliari. L’ obiettivo è stato rivolto alla caratterizzazione geochimica da solidi ( suoli, agricoli e da pascolo) e liquidi (acque in bottiglia e da rubinetto). Ciò è stato fatto per l’ intero continente europeo. Questo ia per ricerche geominerarie, sia per ottenere dati affidabili e standardizzati sullo stato geochimico del continente. Ad oggi, conclusi entrambi i progetti. I risultati del progetto GEMAS, saranno illustrati in due volumi.