Miriam Melis: con le scimmie l’esperimento ha funzionato. Ora proveremo con l’uomo. Missione: smettere di fumare
Il progetto
È il progetto di un team di ricercatori cagliaritani e di Miriam Melis (dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Cagliari). Lei e i suoi colleghi hanno scoperto che una molecola del cervello (Oea, in sigla) non serve solo, come si è creduto finora, a dare la sensazione di sazietà, ma può rivelarsi miracolosa per chiudere, definitivamente, col tabacco.
Questa scoperta è frutto di una ricerca che avviene all’interno del dipartimento di neuroscienze in collaborazione quindi con tutti i laboratori di elettrofisiologia e con il dipartimento americano, dice Miriam Melis. Si tratta di uno studio che è stato pubblicato nel 2008 nel quale si è scoperta l’esistenza di una molecola chiamata “oleoiletanolamide” (OEA).
Tale molecola, prodotta anche dal cervello imposta il controllo del piacere e della gratificazione, degli stimoli naturali ma anche delle sostanze di abuso come la nicotina appunto.
L’Oea blocca il piacere quindi impedisce alla nicotina di instaurare la gratificazione e il comportamento abitudinario del fumo senza naturalmente creare sintomi emozionali negativi.
Oleoylethanolamide (OEA): cos’è
L’Oleoylethanolamide (OEA) è un regolatore naturale di peso, colesterolo e appetito. Il metabolita viene sintetizzato in piccole quantità nell’intestino tenue. La molecola naturale è responsabile della sensazione di pienezza dopo aver assunto il cibo. L’oleoyletanolamide aiuta nella regolazione del grasso corporeo legandosi al recettore alfa attivato dal proliferatore perossisoma (PPAR-Alpha). Questo metabolita naturale migliora il metabolismo del grasso corporeo e informa il cervello che hai preso abbastanza cibo e dovresti smettere di mangiare. L’oleoyletanolamide aumenta anche il dispendio calorico non correlato all’allenamento.
La dottoressa Miriam Melis
Laureata a Palermo nel 1993, dopo un’esperienza al Mario Negri Sud. Arriva a Cagliari nel 1994 e lavora sugli effetti della cannabis con il professor Gian Luigi Gessa.
Trascorre due anni a San Francisco (a UCSF) dal 2000 al 2002 da cui torna con una nuova metodica e un marito. In seguito ha approfondito le interazioni tra cannabinoidi endogeni e dopamina.
Queste porteranno a una serie di scoperte di ricerca di base riconosciute a livello nazionale e internazionale con premi e pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali.