I Giudicati sardi furono entità statuali indipendenti che ebbero potere in Sardegna fra il IX ed il XV secolo.
La loro organizzazione amministrativa si differenziava dalla forma feudale vigente nell’Europa medievale. Questo in quanto più prossima alle esperienze tipiche dei territori dell’Impero bizantino, con istituti giuridici romano-bizantini. Furono Stati sovrani dotati di summa potestas (capacità di stipulare trattati internazionali) e governati da Re chiamati Giudici, in sardo judikes. Nel contesto internazionale del Medioevo si contraddistinguevano per la modernità della loro organizzazione rispetto ai coevi regni europei di tradizione barbarico-feudale. Trattandosi di stati non patrimoniali (non di proprietà del sovrano) ma superindividuali, cioè del popolo che esprimeva la sovranità con forme semi-democratiche come le Coronas de curatorias; le quali a loro volta eleggevano i propri rappresentanti alla massima assise parlamentare chiamata Corona de Logu.
I Giudicati conobbero l’influsso dell’architettura romanica e dopo di quella gotica catalana; per questo culturalmente mutarono in modo sostanziale. Infatti, nel corso dei secoli, oscillarono tra un sistema di tipo feudale ed un sistema giuridico che contemplava il progressivo affrancamento delle popolazioni rurali. Il Re o Giudice governava sulla base di un patto col popolo, il cosiddetto bannus-consensus. Con questo patto venuto il sovrano poteva essere detronizzato ed anche legittimamente ucciso dal popolo stesso. Questo secondo il “diritto alla rivolta” di origine bizantina, senza che questo incidesse sulla trasmissione ereditaria del titolo all’interno della dinastia regnante.
La Sardegna fu una provincia dell’Impero Bizantino.
La Sardegna fu sino all’VIII secolo una provincia dell’Impero Bizantino, riconquistata ai Vandali nel 535 da Giustiniano e Belisario. Gli Arabi in poco più di ottanta anni conquistarono un vasto impero. Gli Abbasidi di Baghdad svilupparono loro flotte e condussero un’imponente operazione di conquista delle isole più vicine a Bisanzio. In questo contesto dal 703 al 733 la Sardegna subì una serie di incessanti attacchi. Questi tendevano a distruggere la potenza navale bizantina. Mentre gli Omayyadi di Damasco, consapevoli dell’invincibilità araba in terraferma, condussero un’espansione di terra lungo le rive meridionali del Mar Mediterraneo.
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