È un concorso per fotografi non professionisti. Ogni autore può partecipare con massimo 3 opere per sezione tematica. Le opere selezionate verranno esposte in una mostra collettiva.
Il Concorso nasce allo scopo di valorizzare nelle persone le capacità osservative; le potenzialità creative ed espressive; di sviluppare la coscienza del potere del linguaggio delle Immagini. Esse intese come testimonianza e come capacità interpretativa. Questo è utile nel cogliere i dati di una società in fortissima trasformazione. Infatti il suo dinamismo spesso si sottrae all’ attenzione riflessiva. Oggi un nuovo rapporto tra comunicazione ed estetica è innescato dalla diffusione globale della produzione di immagini.
Assistiamo ad una sorta di voyeurismo collettivo che pervade la nostra società ipertecnologica capace di fissare in milioni di immagini perfette ogni frammento possibile della realtà, del tempo e di noi stessi, rendendo icone contemplabili tecnicamente e formalmente anche immagini in cui la dimensione umana e perfino il dolore o la tragedia sarebbero il cuore del messaggio e la riflessione sarebbe l’atteggiamento suggerito. Molti eventi ci giungono banalizzati dalla preponderanza delle immagini che li accompagnano e che soffocano con questo primato quantitativo e qualitativo il senso stesso della realtà o all’opposto subiamo il potere e il fascino insito nelle immagini utilizzato come filtro interpretativo di fatti e persone.
Tutto questo ci apre a una riflessione sulla responsabilità della fotografia.
Esso: documento, del fotogiornalismo e dell’Arte stessa e sul concetto di responsabilità dell’informazione e della documentazione. Il messaggio per tutti noi è esercitare l’occhio della mente. Questo sia per produrre immagini significative e partecipate sia per analizzare e interpretare il mondo con attenzione vigile e senso critico.
La camera chiara è anche un libro scritto da Roland Barthes. Il volume raccoglie una serie di riflessioni, considerazioni, digressioni sul tema della fotografia. “Medium bizzarro, nuova forma di allucinazione. Questa è falsa a livello della percezione, vera a livello del tempo”, la fotografia viene scrutata non in sé, ma attraverso un certo numero di casi.
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