Elisabetta Gola è una professoressa del dipartimento di filosofia dell’ università di Cagliari e da diversi anni studia la forza della metafora nell’ ambito della comunicazione
Elisabetta Gola è professore associato di Filosofia del Linguaggio presso l’ Università di Cagliari, dove insegna diversi corsi tra cui Teoria del Linguaggio e Comunicazione. I suoi interessi di ricerca includono la semantica cognitiva e l’ elaborazione del linguaggio naturale. C’ è un focus sulle metafore e altri usi non letterali del linguaggio in tutti i processi mentali coinvolti nella comunicazione e nella comprensione. Ha partecipato a progetti ed eventi nazionali e internazionali sui temi della semantica cognitiva. Anche a quelli sull’ elaborazione del linguaggio naturale. Ha pubblicato inoltre diversi articoli e libri, tra cui il libro Metafora e Mente Meccanica (La metafora e la mente meccanica).
Il lavoro di ricerca
Nel suo lavoro Elisabetta sostiene che senza la metafora perderemmo buona parte di ciò che siamo in grado di capire e di comunicare. Ciò che conosciamo è letteralmente ancorato alla nostra esperienza percettiva della realtà. Da questa ci allontaniamo subito con il gioco simbolico, con l’ inganno semiotico (di cui son capaci anche altre specie animali). Essi sono ingredienti fondamentali per le possibilità del linguaggio figurato. Ma troviamo subito anche metafore primitive, come quelle nascoste nei nostri gesti che riproducono la struttura dei movimenti osservati percettivamente. Esse poi le proiettiamo nella nostra lingua, quando, per esempio, parliamo di concetti astratti come il tempo o i sentimenti.
Metafore concettuali come quelle di orientamento (per cui, per esempio, il su viene visto come ‘positività’ e il giù al contrario come situazione problematica). Come la metafora del percorso (per cui rappresentiamo attività ed eventi come percorsi). O ancora come la metafora del conoscere come vedere. Tutte queste sono onnipresenti, anche in lingue molto diverse fra loro, come l’ inglese e il giapponese. Anche alcune metafore più culturali sono largamente condivise. Per esempio ci si ispira spesso all’ idea di guerra per parlare di attività che non sarebbero necessariamente competitive, come anche una banale discussione. Sono tutti esempi di idee di cui dovremmo fare a meno in un futuro che non contemplasse le metafore tra i nostri strumenti di ragionamento e comunicazione.