L’ Iliade è una delle opere più celebri di sempre, è difficile che non se ne sia mai sentito parlare e che non si conoscano i suoi personaggi
L’ Iliade tratta della storia di Ilio, antico nome di Troia (città sul Mar Nero), con una posizione strategica e di controllo sui commerci tra l’ Europa e l’ Asia. Il poema tratta della guerra decennale tra Greci e Troiani, più esattamente degli ultimi 51 giorni, dell’ ultimo anno di guerra.Tutto era però cominciato sull’ Olimpo, durante una festa tra gli Déi, quando Ate, la dea della discordia, che non era stata invitata, nel mezzo della festa, si presentò con una mela d’oro, con su scritto “Alla più bella”.
La vendetta di Menelao
Subito scoppiò un litigio tra Giunone, moglie di Zeus, Minerva, dea della sapienza, infine Venere, dea della bellezza. Poichè la lite non si risolveva, Zeus, capo di tutti gli déi, decide di far scendere dall’ Olimpo le tre dee e sottoporre al giudizio di Paride (figlio del re di Troia, Priamo). Giunone gli disse:”Se scegli me, diverrai l’uomo più potente del mondo”; Minerva ribadì: “Se scegli me, diverrai l’ uomo più sapiente del mondo”; Infine Venere ribattè:”Se scegli me, sposerai la deonna più bella del mondo”. Paride scelse Venere, ma Elena era già sposata con Menelao, Re di Sparta. Venere mantennè la promessa e aiutò Paride a rapire e scappare con Elena.
Ecco che Menelao giurò vendetta, dichiarando guerra a Troia e chiamando a raccolta io più valorosi re della Grecia, tra cui Agamennone, Re di Micene, Ulisse, Re di Itaca ed altri ancora. Mancava però all’ appello Achille.Achille era figlio della dea Teti (la più bella delle ninfe dei mari) e del Re greco Peleo; Achille era invulnerabile, perchè da neonato era stato immerso in una sorgente magica; unico suo punto debole era però il tallone sinistro. Recuperato poi Achille, i greci vanno a Troia.
Achille e Ettore
Durante il decimo anno di guerra, destino vuole, che scoppì una pestilenza nel campo dei Greci. L’ indovino Calcante, rivela ad Achille che la pestilenza era stata portata da Apollo (dio della musica). Lo fa perchè Agamennone aveva rapito la figlia di un suo sacerdote, Criseide. Agamennone promise di restituire la donna, solo se Achille gli dà in cambio la sua più bella Briseide. Achille accetta mal volentieri, ma si ritira nella sua tenda e decide di non partecipare più alla guerra. Prega anzi la madre Teti di chiedere a Zeus di appoggiare i Troiani.
Nel frattempo si sta preparando alla battaglia un altro eroe Troiano: Ettore, fratello di Paride, figlio di Priamo.
Intanto l’ esercito troiano, comandato da Ettore, ottiene una serie di vittorie e sta per sbaragliare i Greci, bruciando le loro navi, quando Patroclo, l’ amico più caro di Achille, gli chiede di tornare a combattere. Achille si rifiuta, ma gli dà la sua armatura, assieme alle sue armi.
Ettore uccide in battaglia Patroclo che crede di star combattendo contro Achille. Quest’ ultimo saputo della morte del migliore amico egli decide di riscendere in battaglia e uccide Ettore. L’ Illiade si chiude appunto coi funerali di quest’ ultimo e la vittoria dei greci sui troiani.
L’ inganno di Zeus
A un certo punto dell’ Iliade. Era decide di farsi bella per circuire Zeus ed evitare che costui mandi in fumo lo sforzo di Poseidone. Va da Afrodite e si fa prestare la fascia ricamata in cui sono racchiusi tutti i suoi incantesimi (“l’ amore, il desiderio, l’amplesso, il fascino che toglie la ragione anche ai saggi”…), poi si reca dal Sonno per convincerlo a far addormentare Zeus dopo che avrà fatto l’amore con lei. Ci riesce soltanto promettendogli in moglie una delle Grazie, Pasitea.
Fingendo di partire per ricomporre una lite tra Oceano e Tetide, Era getta l’ esca d’ amore a Zeus che abbocca appena la vede e subito le dice: “Ora stendiamoci a letto e facciamo l’ amore”, salvo poi fare un lungo elenco di amanti con cui è giaciuto, che pure non risvegliarono in lui un desiderio così forte come quello che ora lo prende per la legittima consorte (sfido qualunque marito a tentare oggi la stessa mossa: ne ricaverebbe un sonoro due di picche!).
Compiuto il suo dovere coniugale, il padre degli dei sprofonda nel sonno, mentre il Sonno con la S maiuscola si reca da Poseidone per comunicargli la momentanea uscita di scena di Zeus, occasione imperdibile per spronare gli Achei alla resistenza. Il consiglio tattico del dio del mare è tanto semplice quanto efficace: i deboli prendano le armi più piccole e passino quelle più grandi ai più forti.
Con un masso gigantesco Aiace Telamonio colpisce Ettore e lo tramortisce, ma i capi troiani riescono a portarlo in salvo. E ancora una volta la battaglia prosegue in aspri duelli personali, nei quali le parole feriscono come e più delle armi.
Questo è un importante episodio dell’ Iliade