Erodoto: a cura di Patrizia Mureddu docente all’università di Cagliari
Erodoto di Alicarnasso, primo storico e antropologo, in una delle sue opere più celebri si dilunga a descrivere l’antico Egitto e il popolo che lo abitava. Lo storico scrive sulle opere maestose e usanze degli egizi, tanto diverse da quelle degli altri popoli.
La libertà delle donne
Le donne, dotate di grande libertà, avevano la possibilità di uscire ed andare al mercato mentre gli uomini di solito badavano al filato e alla casa. Le prime orinavano in piedi, mentre i secondi seduti. Gli egizi seguivano pratiche religiose particolari come quella della circoncisione. I greci, come ricorda l’antropologo, scrivevano e facevano di conto muovendo la mano da sinistra a destra, gli egizi a contrario da destra verso sinistra. Non vi erano sacerdotesse, ma soltanto sacerdoti ed erano uno per ogni dio. Questi ultimi in Grecia portavano i capelli lunghi, mentre in Egitto erano soliti raderli. Erodoto di Alicarnasso scrive inoltre che per i figli non c’era alcun obbligo di mantenere i genitori, ma questo non valeva altrettanto per le figlie che vi erano costrette.
Gli animali
Sebbene l’Egitto non fosse molto molto popolato da animali, quelli che vi vivevano erano considerati sacri senza eccezione tra selvatici e domestici. Se qualcuno uccideva volontariamente uno di questi animali, la pena prevista era la morte. Se invece il gesto era involontario o accidentale, il colpevole pagava la pena stabilita dai sacerdoti. Vi erano però alcuni animali per cui l’unica pena prevista era quella di morte.
Nella sua narrazione Erodoto si dilunga sulla descrizione del coccodrillo. Nell’antico Egitto durante i mesi più freddi l’animale era solito digiunare e fra tutti, al tempo conosciuti, era quello che dalla dimensioni più piccole raggiunge le più grandi. Il coccodrillo viene descritto come una bestia indistruttibile e invincibile. Era sacro per gli egizi ed ogni volta che uno di questi animali moriva veniva imbalsamato ed onorato.
L’arte della medicina
In Egitto l’arte della medicina era organizzata nel seguente modo: ognuno era medico di una sola malattia. C’erano anche delle usanze articolari in caso di lutto; le donne erano solite coprirsi le testa e il volto con del fango e vagare per la città gridando e colpendosi il petto. In seguito a questo il cadavere veniva spostato per l’imbalsamazione. C’erano, anche in questo caso, delle persone specializzate. Le arti di imbalsamazione erano tre; la prima era la più accurata e costosa riservata quasi solo ai ricchi e, a differenza delle altre due arti, prevedeva la rimozione degli organi interni. Il cervello si estraeva attraverso le cavità nasali, mentre gli altri organi da un’apertura che veniva praticata nel fianco. Le altre pratiche erano più semplici e meno costose; una prevedeva l’introduzione di olio all’interno dell’addome a l’altra di basava sull’utilizzo del sale.