Erodoto nel secondo libro parla dell’ Egitto, del suo popolo, dei suoi usi e costumi e persino dei suoi re, soffermandosi su qualche personaggio
Erodoto, storiografo greco, visitò l’ Egitto nel V secolo a.c. e dedicò l’ intero secondo libro della sua opera Storie al racconto del suo viaggio. Si tratta di una descrizione ricca e completa, in cui l’ autore stesso opera dei confronti con la cultura greca. Dopo una breve introduzione ad Erodoto e alla sua opera, si leggeranno e si commenteranno i passi che trattano le usanze sociali, mediche, alimentari come erano state raccontate e osservate direttamente dall’ autore.
La religione
Tratta poi della religione, in cui leggeremo che Erodoto stesso attribuisce un’ origine egiziana alla maggior parte degli dei greci. Molto interessante è la sua descrizione sull’uso di imbalsamare i morti, poiché gli Egizi non hanno lasciato informazioni su questa pratica.
I morti
In Egitto ogni medico è dottore solo di una malattia. Le donne per un lutto si sporcano col fango e vanno flaggelandosi per la città.
Erodoto parla anche delle tecniche dell’ imbalsamazione e ne descrive ogni passaggio, dall’ estrazione degli organi in poi. I parenti al termine del tutto fanno forgiare un modello di legno del morto per potercelo mettere dentro.
Sesostri
Il re si chiamava Sesostri. Di Sesostri i sacerdoti mi raccontarono che per primo si mosse con una flotta di lunghe navi dal Golfo d’ Arabia per soggiogare le popolazioni insediate lungo le coste del Mare Eritreo; avanzò con le sue navi finché raggiunse un braccio di mare non più navigabile a causa dei bassi fondali. Se ne tornò allora di là in Egitto, dove, secondo il racconto dei sacerdoti, raccolse un numeroso esercito e marciò attraverso il continente, sottomettendo ogni popolazione che gli si parava sul cammino. Così facendo attraversò l’ intero continente. Sesostri fu l’ unico re egiziano a regnare anche sull’ Etiopia.
Il re cieco
Dopo di lui salì al trono il figlio Ferone che però rimase cieco.
Tale rimase per dieci anni; all’undicesimo gli pervenne un oracolo dalla città di Buto: il tempo della punizione era terminato e avrebbe riavuto la vista lavandosi gli occhi con l’orina di una donna che avesse avuto rapporti soltanto col proprio marito e non avesse mai conosciuto altri uomini. 3) Il re provò prima con sua moglie, poi, dato che restava cieco, con molte altre donne, una dietro l’ altra. Quando riebbe la vista, radunò in una sola città, ora chiamata (Zolla Rossa) Eritrebolo, le donne con cui aveva fatto la prova, fuorché quella con la cui orina s’ era lavato quando aveva recuperato la vista; dopo averle radunate le fece bruciare tutte, insieme con la città.
L’ uomo di menfi
A Ferone succedette nel regno, raccontavano, un uomo di Menfi, il cui nome greco è Proteo; a Menfi esiste un suo santuario molto bello e ottimamente arredato, situato a sud del tempio di Efesto.