Plastica azzurra fuori, argilla dentro: li chiamano “fornelli migliorati”, e hanno almeno tre marce in più rispetto a quelli tradizionali.
Fa risparmiare, salva la vita e l’ambiente apprezza. Recita così lo slogan sul furgoncino a tre ruote parcheggiato tra le baracche di un bairro di Maputo, Mozambico. All’interno un carico prezioso: decine di fornelli di “nuova generazione”. «Con la stessa quantità di carbone cucini due giorni invece di uno», spiega una delle ragazze che li sta proponendo porta a porta a Xipamanine, baraccopoli a 10 minuti d’auto dal centro città.
«Quando siamo arrivati quasi tutti usavano i vecchi fornelli, arrivando a spendere un quarto delle proprie entrate per il carbone. Oggi l’80 per cento delle 5mila famiglie del bairro usa i nostri piani cottura», stima Alessandro Galimberti, tra i pionieri del progetto avviato da Avsi a Chamanculo C, la più grande baraccopoli di Maputo.
Per aumentare le risorse Avsi collabora con Carbon Sink, che fa monitoraggio e certificazioni di attività ecosostenibili. «Seguiamo dieci progetti in Africa: quello degli eco fornelli è il primo che ha emesso crediti – spiega Antonio Guiso, responsabile della sede inaugurata a Maputo – e che dimostra quanto sia virtuoso questo meccanismo».
Entro il 2021 saranno 100mila le tonnellate di C02 certificate. «La vendita dei crediti di carbonio sta garantendo alle nostre iniziative continuità e sostenibilità nel lungo periodo», chiarisce Martina Zavagli, responsabile di Avsi Mozambico.
La «climate finance» permette di supportare la filiera locale di produzione e distribuzione degli eco fornelli. Se prima erano tutti importati dalla Cina, la scommessa ora è riuscire a fabbricarli qui. Uno dei quattro produttori si trova a Matula, area industriale alle porte di Maputo. All’ingresso la scritta «Welcome to Mbeu», «seme» in lingua bantù.
In una stanzetta un uomo crea gli interni di argilla. Fuori si lavora per l’involucro: il laboratorio è un tetto di lamiera sostenuto da quattro tronchi sotto una papaya. Producono una decina di fornelli al giorno, elettricità permettendo: «Un paio di volte al mese restiamo senza». Ma al «Seme» non si scoraggiano, vogliono veder fiorire il loro business.