Jazz, pop, classica, sound brasiliano. Tutte le contaminazioni della musica del grande pianista milanese e la sua capacità divulgativa
Stefano Bollani (Milano, 5 dicembre 197) è un compositore, pianista e cantante italiano, attivo anche come scrittore, attore e showman. A Milano ci passa poco tempo, sempre in giro com’è per concerti, ma quando transita c’è da starne certi: «incassa» anche qui tutto il successo che merita. Del resto risulta una della più belle bandiere del jazz italiano nel mondo. Da giramondo delle note, il virtuoso ogni tanto torna sui sentieri che preferisce, e anche quest’anno l’ha fatto, riprendendo il filone brasiliano. Il personaggio, appare un po’ come la sua capacità di improvvisare, all’insegna dell’apertura, la poliedricità e ancora, la generosità nel porsi. Stile virtuoso pieno di humour. Un «nomade della musica» – come lui stesso a volte si definisce – delle sue origini meneghine restano, tra le diverse cose, i ricordi della casa d’infanzia in via Lanfranco Della Pila e più recenti e forti le frequentazioni artistiche con il maestro d’orchestra scaligero Chailly (compresa una sua esibizione al «Concertone» di piazza Duomo, con la Filarmonica diretta proprio da Re Riccardo).
La passione per la musica
Il musicista continua nella proposta della musica «carioca», suo grande amore. Bollani in questo linguaggio ama sincretismo, ritmi e armonie differenti. Per dirne solo una: nel 2007, unico dopo Jobim, ha portato il suo pianoforte nella favela di Pereira De Silva. Dopo numerose e variegate esperienze il pubblico lo ha collocato come «capotribù» al centro di una tempesta ritmica creata da Thiago De Serrinha e Armando Marcal, della batteria di Jurim Moreira e del contrappasso di Jorge Helder. In pratica, qui si parla pure del suo lavoro discografico – «Que Bom» – che propone all’universo mondo dei suoi fan, e non solo. Il concerto è un’esperienza, davanti a un personaggio che egli stesso è ritmo, che gli esce ed entra nella pelle. In fondo, chissà, magari non si esagera: musicalmente parlando è l’italiano più brasiliano che c’è.
Il pianista Stefano Bollani, viaggerà sulla traccia del capolavoro letterario: “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello.